“Il Gattopardo”
Magazine in abbinamento al “Giornale di Sicilia”
Marzo- Aprile 2016
I SICILIANI SPIEGATI AI TURISTI
(Sesta puntata)
I visitatori
che arrivano in Sicilia da Paesi ad alto tasso di civilizzazione devono
accettare, se vogliono evitare stress
eccessivi, di mutare alcuni punti di vista. Talora persino di capovolgerli. Essi,
ad esempio, sanno che una società funziona se chi infrange la legge va incontro
alla sanzione sociale della disapprovazione pubblica. Dalle nostre parti questo
può avvenire, ma può succedere con la stessa probabilità anche il contrario. Un
mese fa, sull’autobus, ho subito un borseggio con destrezza e ho constatato con
orgoglio il coraggio di alcune ragazze che hanno redarguito, a voce alta e
forte, il ladro. L’episodio mi ha
compensato dell’amarezza provata, tante volte, quando sono rimasto isolato per aver cercato di rispettare
le norme.
Siete alla
guida di un’auto e vi fermate a uno stop ?
Vi è concesso. Ma per non più di dieci secondi. All’undicesimo dovete
comunque procedere, anche a costo di tagliare la strada a un autocarro con
rimorchio che avanza sicuro della sua precedenza stradale: altrimenti prima
sentirete il clacson infastidito
dell’automobilista alle vostre spalle, poi sarete da lui superati e sbeffeggiati.
Siete alla guida di una moto e vi fermate davanti alle strisce pedonali perché
una madre con bambino in carrozzella sta attraversando la strada? Potete farlo,
ma a patto che lo specchietto retrovisore vi rassicuri di non essere seguiti da
altri veicoli: altrimenti è molto probabile che siate tamponati perché nessuno
prevede che vi possiate fermare solo per non rischiare di investire un pedone. Siete
entrati in un locale pubblico – ufficio postale o farmacia – e vi fermate un
metro prima del cliente che vi precede, per mantenere la distanza di cortesia a
salvaguardia della sua riservatezza? Potete farlo, ma aspettatevi che entri un
terzo cliente e s’infili davanti a voi in quel metro di spazio. Se gli fate
notare che vi sta scavalcando, vi chiederà scusa: sinceramente convinto che voi
– non essendo ‘appiccicati’ col fiato sul collo del primo cliente – non eravate
davvero a turno, ma vi trovavate a sostare in quell’area tanto per ‘ammazzare’
il tempo ... Assistete alla scena di un vigile urbano che multa un’auto posteggiata in doppia fila? Se nessuno se ne
accorge, tutto bene. Ma se il proprietario dell’auto - o il gestore del bar in cui
l’automobilista sta consumando la colazione - accorre per bloccare il vigile
urbano senza riuscirci, la solidarietà dei passanti si manifesterà a favore del
cittadino strafottente, non dell’agente di polizia municipale (stigmatizzato
come legalista senza cuore). Non per nulla nel linguaggio comune il termine dialettale che designa il
poliziotto (sbirro) è comunemente
adoperato come epiteto offensivo. Anzi, per evitare dubbi, si ricorre a una
sorta di endiadi: cornuto e sbirro.
Se il turista
è italiano capirà al volo cosa significhi cornuto.
Se straniero, avrà più di una difficoltà a farne l’esegesi: infatti solo nel
nostro vocabolario le ramificazioni ossee di alcuni animali rimandano
semanticamente alla condizione di quei mariti che avrebbero ragione di dubitare
della fedeltà delle proprie signore.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
Nessun commento:
Posta un commento