“Repubblica – Palermo”
25.2.2016
EDUCARSI AL RISPETTO RECIPROCO
Da settimane, ormai, i ragazzi del Liceo “Cannizzaro”
perseverano in una contestazione assai civile nelle motivazioni e nei modi.
Come davanti a molte scuole, anche in via Arimondi un cartello vieta la circolazione di automobili e
scooter; e, come davanti a molte scuole, il divieto resta lettera morta. Mai un
vigile urbano, una pattuglia della polizia o dei carabinieri, che faccia rispettare
il divieto: così, asfissiati dallo smog e perennemente sfiorati da auto e moto,
hanno deciso di auto-tutelarsi organizzando dei turni per fermare i
contravventori.
Ovviamente
l’iniziativa espone questi ragazzi a rimbrotti, pressioni seduttive da parte di
signore della buona borghesia, chiare minacce da parte di bulli in fuoristrada
rampanti. E sono soli. Drammaticamente soli. Forse senza saperlo, sono
diventati un’ipostatizzazione del cittadino palermitano medio: un soggetto
troppo piccolo per difendersi dall’illegalità sistemica che lo assedia e
soffoca da molti lati.
Sono anni
ormai che alcuni di noi criticano fermamente occupazioni di edifici scolastici
e altre manifestazioni di protesta da parte di studenti troppo spesso più
‘agitati’ che informati. Ma, proprio per questo, sarebbe imperdonabile continuare a negargli solidarietà
quando – come adesso – hanno ragione da vendere. Senza ‘se’ e senza ‘ma’. Come
hanno ragione gli alunni della succursale del liceo Garibaldi, a pochi passi
dal Cannizzaro, che la mattina non possono posteggiare gli scooter negli spazi
riservati perché sono abitualmente occupati da auto. Non possono posteggiare davanti
a scuola, ma neppure nel vicino posteggio di via Sampolo: esso pure
sistematicamente occupato da auto in sosta abusiva. Non gli resta che
trasgredire a loro volta, occupando i
marciapiedi zeppi di cartacce e cacche di cani a ogni ora di ogni santo giorno.
Con queste
premesse e in questo contesto, una volta varcata la soglia dell’aula scolastica
bisognerebbe educarsi reciprocamente -
insegnanti e alunni - al senso del rispetto dell’ambiente naturale, della
bellezza artistica, della legalità democratica, dell’impegno civico: con che
probabilità di successo è facile intuirlo. Insomma, con lo striscione e la
resistenza nonviolenta a mani nude,
alcuni nostri figli stanno chiedendo alle istituzioni di spezzare un circolo
infernale. Non so sino a quando persevereranno senza scoraggiarsi, ma so che al
sindaco o al prefetto basterebbe una telefonata per spezzarlo.
Augusto Cavadi
2 commenti:
Solidarietà piena a questi studenti. Attendiamo che le 'autorità' -sindaco e prefetto, appunto- mostrino di esistere anche per gli interessi della città.
Grazie del tuo articolo: opportuno, necessario. Solidarietà piena agli studenti del liceo "Cannizzaro".
Maria D'Asaro
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