Chi è il
nuovo arcivescovo di Palermo? La biografia – che per altro non registra eventi
di particolare clamore – può dire qualcosa. Ma ancora di più dicono i suoi
primi gesti e le sue prime parole. E’ senz’altro istruttivo, dunque, avere a
disposizione, in un maneggevolissimo volumetto curato da Antonio Sichera, Primi
discorsi e omelie di don Corrado Lorefice (Il pozzo di Giacobbe,
Trapani 2016, pp. 61, euro 5,00): più precisamente i discorsi del 5 dicembre
2015 (in piazza Pretoria e in Cattedrale), l’omelia in Cattedrale e il discorso
in piazza San Domenico dell’8 dicembre, le omelie per l’inaugurazione dell’anno
giubiliare e per il natale.
Da questi testi emerge un progetto di “servizio” episcopale molto meno
retorico-diplomatico del passato,
imbevuto della sincerità di chi conosce i propri limiti e la consistenza
delle difficoltà che lo attendono, ma anche animato da una fede tanto sommessa
quanto autentica. E proprio l’autenticità della fede lascia intravedere
un’apertura alla società pluralista, e alle istanze della laicità, che
solitamente difetta in chi - insicuro
delle proprie convinzioni e dei propri sentimenti – avverte l’esigenza di
chiudersi nella fortezza del ‘sacro’.
Insomma, temi e soprattutto toni, di stampo ‘bergogliano’ che non vanno
enfatizzati al di là delle reali intenzioni dell’autore, ma neppure minimizzati
nella disperata e illusoria ricerca di una continuità ‘tradizionale’ che (per
fortuna o per grazia di Dio) non c’è e non c’è mai stata in nessun episcopato (a prescindere se le innovazioni
siano state, ogni volta, apprezzabili o contestabili).
E’ in
quest’ottica di sano realismo che si possono meglio valutare i passaggi in cui
don Lorefice - dopo aver ricordato ai
palermitani (e, sullo sfondo, a tutti i corregionali) di “essere un popolo che nel suo DNA ha la
grandezza e il potere della relazione, la ricerca della pace e non della
guerra, l’esaltazione della bellezza e non la distruzione del conflitto
intestino, lo star bene insieme nella prosperità e nella gioia e non
l’inimicizia e l’ingiustizia” - aggiunge
immediatamente: “Certo non mi nascondo il fatto
che la bellezza della nostra Palermo appare oggi spesso ferita, la sua
antica grandezza afflitta da contraddizioni, la sua civiltà gloriosa piagata
dalla violenza e dal sopruso”. Solo al cospetto di un quadro così mosso,
attraversato da lampi di luce ma anche di nuvole oscure, ha senso sbracciarsi le maniche e riprendere
con più lena la fatica quotidiana – spesso anonima, lontana dalle luci della
ribalta massmediatica – per “una Sicilia libera dai lacci della mafia e di
tutte le mafie, dai veleni del clientelismo e del cinismo, dalla disillusione e
dalla disperazione dei giovani costretti a partire e degli adulti senza lavoro,
libera dalla difficoltà economica e dalle contraddizioni sociali, dalla povertà
e dall’ingiustizia, dal pressappochismo e dalla rassegnazione”.
Un impegno
talmente gravoso da esigere assolutamente cooperazione, sinergia, fra chiesa
cattolica e ogni altra agenzia educativa e operativa (dalle altre chiese
cristiane alle varie comunità di diverse confessioni religiose presenti in
città, dalle istituzioni locali alla scuola, dall’associazionismo laico al mondo della produzione intellettuale e
artistica, passando per i pezzi ancora non inquinati di partiti politici e
sindacati): “I cristiani non hanno nulla di più e di diverso dagli altri.
Vivono le ansie e le sofferenze della storia. E come tutti attendono una
liberazione e un riscatto, lavorando insieme ad ogni donna e a ogni uomo, di
qualunque fede, cultura o estrazione essi siano, alacremente e nella speranza.
In questo cammino comune, che unisce tutti al di là di ogni steccato, la nostra
bussola io credo debba essere la Costituzione della Repubblica italiana”, in
particolare “quell’articolo 3 che come cittadini, ognuno nella propria
responsabilità e nel proprio ruolo, siamo chiamati a rendere reale nella nostra
pratica quotidiana”.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
http://www.nientedipersonale.com/2016/02/22/il-nuovo-arcivescovo-di-palermo-corrado-lorefice-il-bergogliano-aperto-alla-societa-pluralista/
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