6.1.2016
DALLA LEGGE CIRINNA’
LIBERA NOS, DOMINE !
Anch’io ho
ricevuto, come chi sa quante centinaia di navigatori in rete, l’invito a “Un’ora
di guardia”. In un primo momento sono rimasto perplesso: in difesa di cosa, e a
fronte di quale minaccia, mi si chiede di dedicare un’ora? E come potrei
esercitare questa vigilanza armata? E’ bastato scorrere un po’ il messaggio per
ricevere l’illuminazione: mi si chiedeva
di dedicare un’ora di “guardia” - usando
“l’arma” della preghiera alla Madonna e a tutti i santi - per chiedere alle forze celesti di evitare
l’approvazione della legge Cirinnà che sarà presentata in Senato il 26
gennaio.
A questo
punto mi è venuta la curiosità di andare a
capire di cosa tratti questa legge
che, secondo l’appello ricevuto, riguarderebbe non una mera questione politica,
ma addirittura “la lotta eterna fra il Bene e il Male”. Scopro così che, a
parere di esperti come Stefano Rodotà, è un timido e incompleto tentativo (imposto
dall’Unione europea) di adeguare la
legislazione italiana agli standard
del mondo civile in fatto di convivenze, in generale, e tra persone dello stesso sesso in particolare. Ciò che viene maggiormente criticata è la cosiddetta stepchild adoption, ossia l'adozione del
bambino che vive in una coppia dello stesso sesso, ma che è figlio biologico di
uno solo dei due.
Si capisce bene
perché, come ogni proposta di legge,
anche questa ovviamente possa essere valutata da angolazioni opposte con
argomenti etici, giuridici e di buon senso. Si capisce molto meno - da parte di cittadini laici e anche di numerosi
cattolici democratici – perché questa discussione debba essere appesantita da
riferimenti teologici e trasformata in guerra di religione. Solo un’ignoranza notevole può infatti
supporre, e lasciar intendere, che dai tempi di Gesù a oggi il cristianesimo
abbia conosciuto un unico modello di matrimonio e di famiglia: basti
pensare che, per i primi mille anni della storia cristiana, i fedeli vivevano
il matrimonio non come “sacramento” istituito dal Cristo ma secondo i riti e le
norme del gruppo etnico di appartenenza (ebraico, greco, romano, barbaro e così
via). E’ solo con la Scolastica dei primi secoli del secondo millennio che le
chiese romano-cattolica e greco-ortodossa teorizzano il vincolo matrimoniale,
pur con differenze fra esse stesse (gli ortodossi ammettono un secondo
matrimonio dopo l’eventuale fallimento del primo), nei termini attuali (per
altro radicalmente contestati, poco dopo, dalla riforma protestante e dallo
scisma anglicano).
L’insistenza con
cui alcune frange retrograde del mondo cattolico ritornano sulla
paradigmaticità della “sacra famiglia” ha, poi, qualcosa di umoristicamente paradossale. Anni
fa lo fece notare, nel corso di un’omelia, il noto teologo italiano Giampeiro
Bof: “Secondo la dogmatica ecclesiale
Giuseppe non era un vero padre, Maria non era una vera moglie e Gesù non era un
figlio naturale. Infatti Giuseppe era un padre solo ‘putativo’, cioè
supposto tale; Maria era una moglie ‘ufficiale’ che, però, non conviveva col marito more uxorio; Gesù stesso è stato concepito con modalità differenti
dal rapporto sessuale ‘ordinario’ ”:
modalità che, in linguaggio medico, si direbbero ‘eterologhe’ ”. Con tali
riferimenti esemplari – che superano le fantasie più ardite – ci si
aspetterebbe che i cattolici, se proprio volessero scomodare l’immaginario
teologico, fossero i più predisposti a comprendere che l’amore, come la vita, ha mille volti. E tutti, come le molteplici
sfaccettature dell’unico poliedro, rifrangono qualcosa del mistero ineffabile della Sorgente divina.
Augusto Cavadi
(Socio dell’Associazione Teologica Italiana)
http://www.nientedipersonale.com/2016/01/06/dalla-legge-cirinna-libera-nos-domine/
4 commenti:
bravo!!
A parte ogni considerazione, non vi sembra che sia un po' (troppo) invadente questa Europa? Poco ci vuole e andrà a legiferare su ciò che si può o non si può fare sotto le coperte tra due coniugi. Poveri noi! Vittorio Riera
A me sembra un po' PER NIENTE invadente questa Europa, altrimenti avremmo già il matrimonio egualitario come nel resto dei paesi civilli e si potrebbe passare ad occuparsi di altre cose importanti: tanto per dirne una, stabilito che abbiamo tutti il diritto alla vita familiare (come sancisce non l'Europa, ma la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani) come la manteniamo, in Italia, questa famiglia?
Segnalo questo articolo, pubblicato oggi su www.interris.it, per un approccio completo al tema, sotto il profilo etico, psicologico, sociale, giuridico.
http://www.interris.it/2016/01/13/82931/posizione-in-primo-piano/schiaffog/un-figlio-sopra-le-righe.html
http://www.interris.it/2016/01/13/82931/posizione-in-primo-piano/schiaffog/un-figlio-sopra-le-righe.html
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