“Centonove”
11.12.2015
MARCELLO BENFANTE LETTORE
Chi di
voi ricorda qual è stata la prima volta che è riuscito a leggere una scritta?
E, poi, qual è stato il primo libro che ha letto per intero? E, ancora dopo,
qual è stato il primo volume acquistato con i propri risparmi ? Personalmente,
non ricordo nulla di tutto questo. Perciò sono rimasto stupito della memoria,
per così dire anche affettiva, che ha consentito a Marcello Benfante di
scrivere la sua singolare Autobibliografia
del lettore da giovane (Plumelia, Bagheria 2015, pp. 132, euro 8,00):
una ricostruzione puntuale, dotta e divertente della sua storia di lettore
bambino prima, adolescente dopo. Che è poi, in larga parte, l’
“autobibliografia” della generazione dei
sessantenni di oggi.
Stimolato
e supportato a casa dallo zio Gianni (che gli leggeva i fumetti) e a scuola dal
maestro Teo Falco, “magico affabulatore”, il piccolo Marcello decifrò per la
prima volta l’insegna di un “Elettrauto”. Poco dopo chiese e ottenne di
acquistare a sei anni Robinson nell’isola
dei corsari di Carl Memling perché
attratto sia dalle immagini di copertina sia dalla parola “corsari” (più iammaliante di “pirati”). Un
altro amore a prima vista l’autore lo provò alla stazione ferroviaria di
Palermo per il fascicolo La camera di
Horus. Il mistero della grande piramide, disegnato , con “perfezione
inarrivabile”, da Edgar Pierre Jacobs. Suggerito dalla neo-nata televisione,
invece, l’incontro con le avventure di Ivanhoe (“uno dei più solari eroi della
mia felice infanzia”), originariamente narrate nel 1820 da Walter Scott. Senza
ancora sapere di essere in buona (e insospettabile) compagnia – Borges, Che
Guevara, Sepùlveda, Paco Ignacio Taibo II
– diventa lettore devotamente appassionato di Sandokan. Ed oggi Benfante
asserisce con convinzione: “Che il fascismo abbia innalzato Salgari al rango di
un piccolo vate della sua ideologia
volontaristica e bellicosa è una odiosa quanto assurda mistificazione. I
protagonisti dell’epopea salgariana sono sempre ribelli quasi asociali il cui
carisma è un’aura maledetta e il cui potere è un gorgo autodistruttivo”.
Nel
fatidico 1968 all’autore accade l’incontro “fortuito” e “soprattutto
fortunatissimo” con Sherlock Holmes, “il vero antesignano del detective
privato, nonostante la sua evidente discendenza dal Dupin di Poe”: “Fu amore a
prima vista. Sherlock Holmes è rimasto sempre, non solo il mio investigatore
prediletto, ma anche il personaggio più affascinante di tutte le mie letture
giovanili”. Egli “appartiene alla dimensione del mito. Risolutore di ferali
indovinelli come Edipo. Uccisore di mostri come Teseo , Perseo e San Giorgio.
Salvatore di fanciulle e cercatore di Graal come un cavaliere della Tavola
rotonda. E’ al tempo stesso un archetipo e un prototipo”.
A diciassette
anni Marcello ha la possibilità di occupare un settore tutto suo della libreria
di casa: “il primo mattone di una biblioteca personale, destinata a diventare
un piccolo labirinto privato, è stato un volume di Vladimir Majakovskij”. Non
senza aspirazioni - o velleità –
rivoluzionarie, egli viene folgorato dall’incipit
dell’antologia: “Sono un poeta. Per questo sono interessante. Di questo scrivo.
Di tutto il resto, solo se è decantato dalla parola”. Con gli anni l’infatuazione ideologica
passerà, non l’ammirazione per la valenza lirica e la fervida immaginazione del
poeta russo. Così le sue produzioni resteranno al loro posto accompagnate, via
via, da altre opere di altri autori: nonostante la laurea in filosofia
conseguita da Benfante, saranno sempre più prevalentemente opere di
letteratura. Un percorso comune a molti
pensatori del Novecento che, come Heidegger e Gadamer, troveranno nella voce
dei poeti quelle indicazioni istruttive che la pura speculazione logica ed
epistemologica sembra non essere in grado di offrire.
Chiudendo
questa “autobibliografia” per riporla nella propria biblioteca, il lettore del
“lettore da giovane” non può non chiedersi
- con una punta di malinconia – se non siamo già entrati in una nuova
era della conoscenza, dominata dalle immagini e dai suoni, in cui nessun altro
potrà mai narrare di aver letto tanto.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
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