“Monitor” 26.6. 2015-07-03
Se la filosofia…
Se la filosofia, tra mille altre cose, è anche tentativo di decifrare
l’esistenza umana, essa si trova (oggi ancor più di ieri) anche - e talora soprattutto – fuori dai
volumi ‘filosofici’. Qualche sprazzo di luce sull’enigma della vita di noi
mortali lo gettano, infatti, poeti e registi, psicologi e scienziati. E,
naturalmente, narratori. Ancor più se, come nel caso di Gianni Rigamonti,
autore de La Perfection du Plaisir e
altri racconti (Web e Com editore, Torino 2015, pp. 225, euro 13,90), lo
scrittore è anche un filosofo di professione.
Se fossi un critico letterario avrei a disposizione svariati, e
raffinati, parametri di giudizio per presentare e valutare questa raccolta di
racconti. Da profano posso ricorrere solo a due criteri.
Il primo: una narrazione deve emozionarmi, scuotermi, interrompere il
grigiore della quotidianità. E questi racconti ci sono riusciti. Mi hanno fatto
sorridere, talora persino ridere; mi hanno commosso, talora persino sino alle
lacrime (come nel caso della vicenda del cane Full, fedele - per anni, sino
alla propria morte – al proprio padroncino Bruno, deceduto in un dimenticato
“fosso del bosco”).
Il secondo: una narrazione deve farmi incontrare personaggi così vivi,
così originali, da non farmene dimenticare per molto tempo. E anche da questa
angolazione Gianni Rigamonti ha saputo plasmare volti e storie che s’imprimono
nella memoria come se avessero incrociato davvero le nostre esistenze. Come
dimenticare presto, ad esempio, il compìto professor Erasmo di Trizzi, tra i
più rinomati (almeno nel giro internazionale ed esclusivo degli esperti del
ramo) “reggisenologi” contemporanei? O l’ambizioso cardinal Oliviero
Polverelli, abile e astuto ma con una fatale passione per i vestiti femminili ? O il povero Alfredo
Molteni ossessionato dall’idea di godere (passivamente) tanto dei piaceri
dell’omosessualità quanto dei
dolori del masochismo?
Tra i molti spunti di riflessione filosofica suggeriti dalla lettura di
queste belle pagine (a mio avviso più mature poeticamente dei pur gradevoli
“gialli atipici” pubblicati in precedenza da Rigamonti con le edizioni
trapanesi Di Girolamo, La signorina Alda
e Le due verità) ne evidenzierei
almeno uno: esiste un livello basico, fondamentale, di spiritualità ‘naturale’
o ‘laica’ senza il quale ogni altra opzione politica, ideologica o religiosa
risulta falsa, inautentica. I partiti e le chiese hanno i loro martiri, ma c’è
un martirio altrettanto - o forse
più ammirevole – di chi accetta le prove più dure, talora le sofferenze più
atroci, perché non vuole piegarsi all’ipocrisia sociale né alla dittatura
dell’opinione pubblica. E’ il martirio di chi ritiene di dover obbedire alla
propria coscienza prima, e piuttosto, che ai calcoli degli interessi privati e delle
convenzioni sociali. Per chi persegue l’onestà intellettuale e la coerenza
interiore la vita può diventare un calvario, ma in compenso la morte può
arrivare come un balsamo consolatorio e rasserenante.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
Nessun commento:
Posta un commento