“Centonove” 30 luglio 2015
IL NOIR DI CALABRO’
Non cercate il comune di
Puntammare in nessuna cartina geografica della Campania: non esiste. E’ solo
un’invenzione di Paolo Calabrò che vi ambienta il primo di una serie di romanzi
(I gialli del Dio perverso): L’intransigenza (Il prato, Saonara – Padova,
2015, pp. 208, euro 10,00). La vicenda, per quel poco che si può raccontare di
un noir, è quasi banale: i locali di
una parrocchia vengono vandalizzati e due impiegati comunali incaricati di
svolgere indagini parallele (rispetto alla polizia) per evitare che l’immagine
del municipio resti anch’essa imbrattata. Ma questo reato minore è come il buco
di una serratura attraverso il quale si scoprono biografie segrete, complicità
istituzionali, soprattutto una mentalità diffusa intrisa di ipocrisia: nella
quale affondano le radici azioni bieche e dannose. In questo clima le barriere
fra giusti e ingiusti, verità e menzogna, si sgretolano: c’è chi compie il bene
per ragioni sbagliate, chi inganna con retta intenzione, chi parla molto senza
ascoltare e chi ascoltando molto riesce a far parlare chi non ne avrebbe
voglia.
Nel tessuto della gradevole
narrazione, che riesce a catturare il lettore sino all’ultima pagina, non
mancano osservazioni illuminanti: “Oggi siamo in guerra, tutti. Siamo in piena
lotta di classe: ma stavolta sono i ricchi ad aver dichiarato guerra ai poveri”
(p. 99); “Quando ricordi a un uomo di sinistra che il suo politico preferito è
un ladro, ebbene, quest’uomo si vergogna come se il ladro fosse lui. Invece,
quando a un uomo di destra fai osservare che il suo politico di riferimento
ruba, lui ti risponde che gli altri hanno fatto anche di peggio e che alla fin
fine i politici sono tutti uguali. Non è che quelli di destra siano dei
bastardi o degli imbecilli. Semplicemente ritengono che cercare di comportarsi
meglio degli altri sia una sciocchezza, un lusso che solo i cretini, quelli che
poi nella vita non concludono niente, possono permettersi. Ma i politici non
sono tutti uguali e neppure quelli che li votano” (p. 146).
Cosa c’entra nel
racconto il riferimento alla categoria teologico-filosofica del “Dio perverso”
di Maurice Bellet ? Il lettore
curioso lo capirà meglio leggendo la nota finale da dove, tra l’altro, si
evince il nesso con la “intransigenza” del titolo: “Il Dio perverso è il
burocrate di un’ideologia che non ammette eccezioni, non prova compassione e
propone di ridurre la faccenda della salvezza all’adesione a una dottrina
ripetuta a memoria e a gran voce. La religione di questo Dio non è l’amore, ma
il dovere; la sua virtù fondamentale non è l’attenzione per il prossimo, ma
l’obbedienza; il suo mood non è la
gioia della misericordia, ma la tristezza della colpa. E alimenta un tipo di
cristiano anaffettivo fino al sociopatico (il quale non si farebbe
scrupolo di camminare addosso a un suo simile se questo fosse per la maggior
gloria di Dio), un cristiano che ha paura di Dio tanto da essere ossessionato
dai suoi stessi desideri, al punto che – per esempio – per la paira di ‘peccare
contro la carne’ – non riesce a smettere di pensare al sesso. Ma il Dio del
Vangelo, che non ci tratta più da servi ma da amici (Gv 15,15), del quale non
si ha paura perché l’amore non ha timore (1 Gv 4,18) non ha niente da spartire
con questo Dio perverso, creazione degli uomini e maschera infernale della
crudeltà” (pp. 201 – 202). Forse Paolo Calabrò esagera nel sostenere la totale
estraneità del Dio dei vangeli con l’immagine del Padre-Padrone dominante nelle
nostre chiese (e ancor più nelle nostre sacrestie): nel Nuovo Testamento non
mancano, purtroppo, dei passaggi che – coltivati unilateralmente – si sono sviluppati sino a configurarsi come mostruose
controfigure del Dio tenero. Comunque, con papi come Francesco I, valorizzare gli aspetti amichevoli del
Dio annunziato da Gesù di Nazareth è un po’ più facile rispetto ai tempi, non
certo lontani, del magistero duramente lucido e lucidamente duro di Benedetto
XVI.
Augusto
Cavadi
www.augustocavadi.com
1 commento:
Penso che dovrò leggermi questo libro. Mi sembra di ritrovarci anche qualcosa che il mio rabbi molesto ha provato ad esprimere. Sempre un grazie ad Augusto che ci segnala queste cose importanti. Buon agosto a tutti!
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