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(Venerdì 26.6.2015)
MARITAIN: UN MAESTRO PER L'OGGI
Nel personale cammino d’emancipazione dal pregiudizio anticattolico, a
tratti reattivo e infondatamente generalizzato, procuratomi da
infruttuose esperienze in specifico contesto ecclesiale, ho voluto
leggere di Augusto Cavadi « Jacques Maritain: un maestro per l'oggi ».
Maritain (1882-1973) filosofo francese convertitosi al cattolicesimo, ambasciatore francese in Vaticano (1945 -1948), neotomista stimatissimo da Papa Paolo VI; titoli a seconda dei punti di vista di merito o di demerito. Non nego che, per tali aspetti biografici e per la contingenza d’aver conosciuto Maritain solo attraverso le citazioni di don Giussani, ho cominciato la lettura con atteggiamento prudente e non poco sospettoso, via via confortato dall’approccio laico e filosofico del saggio.
Cavadi dalle più di 60 opere di Maritain antologizza e commenta differenti scritti attraverso, mi sembra, due criteri sinergici:
quello dell’evidenziare nel merito quanto la filosofia di Aristotele e di San Tommaso d'Aquino rielaborata in presa diretta da Maritain, risulti innovativa (non inedita perché radicata nella tradizione) e attuale;
quello di far interagire, d’articolare, tale pensiero con quello dei filosofi e uomini di pensiero che hanno caratterizzato il moderno e post-moderno: Lutero, Cartesio, Rousseau, Marx, Nietzsche, Il Circolo di Vienna, Sartre e anche Hegel, Kant e, inaspettato, Freud. A seguire, in specifica parte, viene affrontato il Pensiero Orientale. Tale criterio di relazione e confronto del protagonista con altri uomini di pensiero appare prezioso esempio di un approccio alla storia della filosofia proficuo: attraverso un punto di vista espositivo e interpretativo vivo (quello di Maritain) viene appagato il bisogno di coloro che desiderano un abbordo alla filosofia dinamico, lontano dai consueti e un po’ uggiosi manuali scolastici dossografici, asettici e avulsi dal vivere quotidiano.
Articolare maritainiano con gli esponenti della filosofia moderna e post-moderna che mi limito, invitando a leggere il libro, a condensare:
confronto a tratti intransigente eppure costantemente pluralista, abile nello scorgere nel pensiero altrui verità giudicate sovente effettive e anche valorose seppur parziali, vere sebbene fallaci quando estremizzate e universalizzate.
Tale articolare poggia, nel solco di Aristotele e Tommaso d'Aquino, sull’ontologia connessa alla metafisica, argomenti tutt'altro che agevoli per quelli - come me - sprovvisti di adeguate basi aristoteliche, ma il libro nel suo dipanarsi aiuta: termini come essere con la minuscola, Essere con la maiuscola, essere naturale, essenza, essere trans-oggettivo divino, vengono chiariti nelle svolgersi delle pagine. Al riguardo potrebbe risultare utile iniziare il libro dall’ultima, quarta, parte dedicata a Tommaso d’Aquino. Tutto sommato occorre ricordare che metafisica e ontologia, o meglio metafisiche e ontologie, mica sono territori precisi con contenuti univoci: tutto sommato ogni filosofo, ogni uomo, ne traccia differenti confini scorgendoci dentro ciò che può vedere e Maritain ci vede, con intelligenza (filosofia cristiana) e esperienza (non anticipata dalla fede), Dio. Per estesi bellissimi tratti lo fa vedere, chiaro, anche a me quel Dio amorevole, ragionevole, rispettoso della dignità della natura, fondamento di un umanesimo integrale.
Maritain (1882-1973) filosofo francese convertitosi al cattolicesimo, ambasciatore francese in Vaticano (1945 -1948), neotomista stimatissimo da Papa Paolo VI; titoli a seconda dei punti di vista di merito o di demerito. Non nego che, per tali aspetti biografici e per la contingenza d’aver conosciuto Maritain solo attraverso le citazioni di don Giussani, ho cominciato la lettura con atteggiamento prudente e non poco sospettoso, via via confortato dall’approccio laico e filosofico del saggio.
Cavadi dalle più di 60 opere di Maritain antologizza e commenta differenti scritti attraverso, mi sembra, due criteri sinergici:
quello dell’evidenziare nel merito quanto la filosofia di Aristotele e di San Tommaso d'Aquino rielaborata in presa diretta da Maritain, risulti innovativa (non inedita perché radicata nella tradizione) e attuale;
quello di far interagire, d’articolare, tale pensiero con quello dei filosofi e uomini di pensiero che hanno caratterizzato il moderno e post-moderno: Lutero, Cartesio, Rousseau, Marx, Nietzsche, Il Circolo di Vienna, Sartre e anche Hegel, Kant e, inaspettato, Freud. A seguire, in specifica parte, viene affrontato il Pensiero Orientale. Tale criterio di relazione e confronto del protagonista con altri uomini di pensiero appare prezioso esempio di un approccio alla storia della filosofia proficuo: attraverso un punto di vista espositivo e interpretativo vivo (quello di Maritain) viene appagato il bisogno di coloro che desiderano un abbordo alla filosofia dinamico, lontano dai consueti e un po’ uggiosi manuali scolastici dossografici, asettici e avulsi dal vivere quotidiano.
Articolare maritainiano con gli esponenti della filosofia moderna e post-moderna che mi limito, invitando a leggere il libro, a condensare:
confronto a tratti intransigente eppure costantemente pluralista, abile nello scorgere nel pensiero altrui verità giudicate sovente effettive e anche valorose seppur parziali, vere sebbene fallaci quando estremizzate e universalizzate.
Tale articolare poggia, nel solco di Aristotele e Tommaso d'Aquino, sull’ontologia connessa alla metafisica, argomenti tutt'altro che agevoli per quelli - come me - sprovvisti di adeguate basi aristoteliche, ma il libro nel suo dipanarsi aiuta: termini come essere con la minuscola, Essere con la maiuscola, essere naturale, essenza, essere trans-oggettivo divino, vengono chiariti nelle svolgersi delle pagine. Al riguardo potrebbe risultare utile iniziare il libro dall’ultima, quarta, parte dedicata a Tommaso d’Aquino. Tutto sommato occorre ricordare che metafisica e ontologia, o meglio metafisiche e ontologie, mica sono territori precisi con contenuti univoci: tutto sommato ogni filosofo, ogni uomo, ne traccia differenti confini scorgendoci dentro ciò che può vedere e Maritain ci vede, con intelligenza (filosofia cristiana) e esperienza (non anticipata dalla fede), Dio. Per estesi bellissimi tratti lo fa vedere, chiaro, anche a me quel Dio amorevole, ragionevole, rispettoso della dignità della natura, fondamento di un umanesimo integrale.
Certezza che un po’ si sfoca a libro chiuso nel chiedersi: ma il
Tommaso di Maritain è proprio il santo d’Aquino dottore della Chiesa
cattolica o è un altro? E quel Dio che dimostra e annuncia è lo stesso
della rivelazione-tradizione (che io giudico narrazione)
giudaico-cristiana o altro? E’ il medesimo Dio dell’autorità
ecclesiastica e del catechismo della Chiesa cattolica o altro? O Cavadi
nelle sue 184 pagine ha “depurato” Maritain e il Dio che testimonia da
questi fardelli per renderlo accattivante, o quel Dio è davvero un
altro. Chiunque sia mi piacerebbe essergli amico.
1 commento:
Augusto carissimo,
ho finito sabato il tuo libro su Maritain. Hai chiuso il
cerchio proprio nelle ultime righe. Adesso sono convinto
non solo che sia urgente ascoltare oggi il maestro ma anche
che sia necessario farlo al di là delle parrocchie
filologiche e, quel che più conta, persino delle competenze
specialistiche. Hai infatti costruito un lettore talmente
filosofo (e poco specialista di qualche autore filosofico)
che chi arriva alla fine del libro non può che constatare
in tutta umiltà e con gratitudine che in filosofia (ovvero
quando si tratta di discernere radicalmente e integralmente
il reale senza scordarsi di viverlo) anche chi
probabilmente ne sa molto meno di lui su qualcosa o
qualcuno altrettanto probabilmente può dargli indicazioni
preziosissime per uscire dalla biblioteca (o vederla con
occhi nuovi) e ritornare sulla strada. Sempre che sia un
maestro, è ovvio. Uno di quelli, insomma, per cui vale la
pena ritornare in biblioteca.
Te lo ripeto: esperimento riuscito. Le indicazioni finali
sono forse troppo brevi. Ma, d'altra parte, se le avessi
elaborate ulteriormente avresti parlato troppo con la tua
voce e troppo poco con quella di Maritain. Avresti cioè
scritto un altro libro, di un altro filosofo. È ovvio in un
libro del genere che quando il curatore tace è il lettore a
dovere parlare.
Un abbraccio e buonanotte
F.
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