“Il Gattopardo”
Luglio 2015
Qualche volta, per spiegare i siciliani ai turisti, può essere utile
ascoltare un turista. Specie se, come Sally M. Veilette, si tratta di una turista un po’
particolare… E’, infatti, una vulcanica signora di Seattle che ha
deciso di abbandonare la vice-presidenza di un’azienda di componenti
elettronici per trapiantarsi, con la figlioletta Chiara, in Sicilia (terra
d’origine di uno dei genitori). Non da redditiera nullafacente, ma con un
progetto: lanciare ponti stabili fra la nostra isola e gli Stati Uniti d’America
per scambi culturali, sociali ed economici. Come si compiace di ricordare nell’
Introduzione al suo Sempre dritto non puoi sbagliare (Inkwell,
Catania 2012) , il “Giornale di Sicilia” l’ha definita “una pioniera del
turismo relazionale” per le iniziative sinora realizzate, dai corsi di cucina
in cui gli ospiti possono imparare dalle nonne siciliane alla produzione di CD
in cui giovani siciliani cantano per un pubblico internazionale. L’associazione
da lei fondata si chiama Hands – On
Sicily . La traduzione letterale non sarebbe entusiasmante: “Mani sulla
Sicilia” ! Ma Sally si preoccupa di precisare che l’espressione americana suona
costruttivamente: “sinonimo di positività, dà il senso di attività dinamiche,
collaborative ed esperienziali”.
Grazie a questa duplice appartenenza, la
signora può aiutare i siciliani a capire gli americani e gli americani a capire
i siciliani. E anche, gli uni e gli altri, a integrare il proprio atteggiamento
nei confronti della vita: “L’Italia ha le radici, l’America le ali: abbinando
le due cose, si ha tutto”. I siciliani, in particolare, a suo avviso avremmo
“sviluppato a un livello di eccellenza, di generazione in generazione, la vista
a raggi X”: “la maggiore capacità di percepire il mondo che ci circonda”. La propensione a “sentirsi fisicamente, emotivamente e spiritualmente”.
La
diagnosi (forse troppo benevola) è congiunta a un augurio: “Cari siciliani,
relazionatevi bene con questa sensibilità, lasciando che vi indirizzi verso le
persone, le attitudini e le attività giuste. Con fiducia, invece di portarla
come un peso (un pretesto per rimanere fermi, staccati e isolati)”. Insomma,
Sally sa bene che “a volte, negli States,
succede che quando qualcuno riesce a realizzare il sogno americano, poi cade in
depressione e si suicida perché si vince la corsa ma si perde il senso della
vita”; non vorrebbe, però, che i
siciliani, dotati di “energia, benzina e sensibilità”, restassero immobili a
godersi il “senso della vita” senza…la vita. Le “radici” della Sicilia sono
“l’energia vera, la passione che forma il motore iniziale del movimento”:
perché non agganciarle alle “ali” della cultura americana, “allenata
mentalmente per andare oltre gli ostacoli, per giocare”?
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
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