“Monitor”
15. 5. 2015-05-25
Il Festival della filosofia d’a-Mare: una restituzione
Riuscite a comprendere per intero ciò di cui fate esperienza, in cui vi sia capitato
di essere stati immersi? Io no. La ricchezza del reale, nel quale pure nuoto,
mi resta sempre in qualche misura estranea. Trascendente. Non solo non capisco
tutto ciò con cui entro in contatto; per giunta, non riesco a raccontare
neppure quel tanto che capisco. Parafrasando un celebre sofista siciliano,
potrei dire che non tutto ciò che è, è conoscibile e che non tutto ciò che è
conoscibile, è dicibile.
Questa premessa un po’ barbosa (almeno per il lettore medio di questa
rubrica: uno che ama pensare con la propria testa ma è quasi del tutto digiuno
di storia della filosofia) mi serve per spiegare come mai - nonostante l’invito a stendere un
resoconto del “Festival della filosofia d’a-Mare” che si è svolto nelle Egadi
dal 30 aprile al 3 maggio –
avverta una resistenza interiore a redigerlo. E’ come se volessi evitare
di condannare questa esperienza così intensa alla banalizzazione.
Comunque qualcosa, dopo aver
dedicato più di una puntata della rubrica a preparare l’evento, devo dirla. I
tre ospiti (Chiara Zanella, Serge Latouche e Diego Fusaro) sono stati ottimi
stimolatori di pensiero, facilitando nei settanta partecipanti ai seminari
l’interiorizzazione di temi tipici della filosofia sin dalle origini greche e
pure tragicamente attuali (la critica alla crescita infinita, la frugalità come
via per la felicità, la cura di sé come aver cura dell’altro, la responsabilità
come pienezza della libertà autentica…).
Le persone provenienti da ogni area geografica del Paese e da ogni
genere di occupazione lavorativa (magistrati e assistenti sociali, architetti e
insegnanti di scuola elementare, medici e studenti…) sono stati ammirati, a
loro volta, dai filosofi di professione per la caratura dei contributi offerti
alla discussione. La struttura alberghiera “Cala la luna” e l’equipaggio del battello
“L’intrepido” (con il quale abbiamo perlustrato le coste di Favignana,
Marettimo e Levanzo) hanno fatto onore alla tradizione di ospitalità del nostro
popolo.
Ciò che più ha inciso nella memoria del cuore è stato il clima
“spirituale” che si è creato fra tutti noi (se si riesce a dare all’aggettivo
“spirituale” la sua pregnanza laica, integrale, concreta) . La seconda edizione
del “Festival della filosofia d’a-Mare” è stato l’esperimento di un modo di
vivere altro rispetto alla
quotidianità produttivistica, competitiva, consumistica in cui siamo (non del
tutto incolpevolmente) immersi.
Vorrei ricopiare uno a uno i messsaggi che mi sono giunti dai partecipanti via
sms, via email, a voce per telefono. Uno per tutti, da Franco e Marilena
(provincia di Cuneo): “Pensiamo di aver sperimentato la felicità, in quella
terra di mezzo tra cielo e mare, cannoli e cassate, tra bella gente e parole
autentiche. Purtroppo la sveglia del lunedì mattina ci ha ridestati da questo
breve ma intenso sogno catapultandoci nel paese del non pensiero. Peccato, ma anche
i sogni insegnano la vita. Grazie e arrivederci a tutte le persone che hanno
reso possibile questo sogno”. Ce ne sono altri sul mio blog, ma sono troppo lusinghieri e il pudore
mi impedisce di riportarli.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
Nessun commento:
Posta un commento