“Centonove”
16.4.2015
MATTARELLA E I DETENUTI DELL’UCCIARDONE
Un’alunna dell’ Istituto
comprensivo “Mandralisca” di Cefalù, in visita al carcere minorile “Malaspina”,
colpita dai campi sportivi e dalla piscina coperta a disposizione dei coetanei
detenuti, si è chiesta se fosse giusto che lo Stato desse tali opportunità. La
professoressa di religione che accompagnava la classe ha risposto, saggiamente,
che ingiusto non era dare tanto ai ragazzi che avevano sbagliato bensì negare
altrettanto a chi frequentava le scuole ‘normali’. Il recente episodio è
un’ulteriore conferma dell’ottimo lavoro che le autorità competenti stanno
realizzando, in un’ottica di sinergia, nell’Istituto penale per minori di
Palermo.
Non altrettanto invidiabile,
invece, la condizione dei detenuti adulti ospitati all’Ucciardone. Per un
groviglio di responsabilità di ardua individuazione, la qualità della vita in
questo istituto è pesante da molti punti di vista e si spera che, grazie ad
alcuni lavori in corso, possa migliorare. Ma, al di là dei problemi locali, è
tutta la situazione dei carcerati italiani a presentare serie criticità e – si
badi bene – sul piano normativo prima ancora che amministrativo. Anche se
fossero rispettate alla lettera, infatti,
le leggi vigenti nel nostro Paese enfatizzano comunque l’intento
punitivo rispetto alle finalità riparative e rieducative.
L’AS.VO.PE (Associazione di
volontariato penitenziario) che, da molti anni, lavora a titolo assolutamente
gratuito (ed anzi autofinanziando ogni gesto di solidarietà), sia
all’Ucciardone che a Pagliarelli, ha voluto perciò segnalare al Presidente
della Repubblica il malessere di questi nostri concittadini che, pur avendo
sbagliato (in alcuni casi assai gravemente), restano concittadini e – prima
ancora – esseri umani. Lo ha fatto mediante una lettera in cui, con rispettosa
franchezza, ha notato l’assenza totale di riferimenti al tema nel discorso di
insediamento al Quirinale, per altri versi assai apprezzabile.
Con la sua discrezione ormai
proverbiale, strettamente intrecciata a una rara sensibilità etica e politica,
Sergio Mattarella ha recepito il rilievo e ha risposto alla missiva con un
gesto inatteso: ha invitato alcuni responsabili dell’associazione a Roma per
poter approfondire, anche con dati alla mano, la spinosa questione. Due
operatori palermitani hanno portato al Capo dello Stato un dossier con il resoconto di alcuni progetti in corso e con una
lettera che un gruppo di detenuti ha voluto scrivere di proprio pugno per
esprimere, insieme all’orgoglio di essere corregionali del destinatario,
l’invito a visitare di persona la casa di reclusione di via Enrico Albanese.
Mattarella – che ha ricevuto gli ospiti con teutonica
puntualità - ha prestato autentico ascolto, si è interessato ai progetti in
esecuzione (il “teatro dell’oppresso” e la “filosofia di strada”), ha apprezzato molto l’azione degli
operatori volontari che provano a strappare dall’oscurità e dal silenzio questi
settori della società. In linea con il suo stile di assoluta sobrietà ha
evitato di giocare demagogicamente con la sofferenza della gente che gli veniva
rappresentata. Non ha recitato il ruolo del mago con la bacchetta magica, ma si
è impegnato a seguire con attenzione le due problematiche decisive della
condizione attuale dei detenuti: la privazione affettiva durante la
carcerazione e il reinserimento lavorativo al ritorno nella vita sociale. Sulla prima questione il cammino di
civiltà che resta da compiere -
sulla scia di quanto già realizzato in altri Paesi europei – è lungo e appeso
alla tempistica del Parlamento. Sulla seconda questione, invece, la normativa
vigente è avanzata: tocca alle associazioni di imprenditori e ai sindacati di
lavoratori (anche incoraggiati dalle agevolazioni fiscali previste) attivare,
dalle nostre parti, delle occasioni di effettiva formazione professionale. Non
sono solo i reati e le inadempienze a provocare effetti a catena, ma anche le
iniziative mirate a rimarginare le ferite.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
1 commento:
mi auguro che si sia parlato anche di garante dei detenuti vista la vergognosa situazione creatasi in sicilia grazie a Crocetta
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