“Monitor” 10.4.2015
UNA LETTERA
(INSOLITA) ALLA MADONNA PER L’8 MARZO
Anche a Trapani, alcuni anni fa, è passato per
qualche incontro pubblico presso la chiesa valdese un prete cattolico
piemontese, don Franco Barbero. Egli è il fondatore-animatore della Comunità di
base “Via Città di Gap” di Pinerolo (linda cittadina nei pressi di Torino) ed è
noto, in Italia, per le sue battaglie a favore degli emarginati dalla Chiesa
cattolica, soprattutto delle persone omosessuali. Nell’ultimo numero del
“Notiziario” che la Comunità di base invia gratuitamente via internet a chi ne
faccia richiesta (giupaz@tin.it)
è stata ospitata la lettera “aperta” di un’amica, Ornella, destinata a Maria,
la madre di Gesù.
Ne riporto i brani che
mi sono sembrati più significativi: “Cara Maria, oggi dicono che si festeggi la donna, la
televisione accesa in sottofondo ne dà ampio conto. Le voci sono tutte
maschili. Credo che anche tu, la "Ma-donna", ci sia abituata da un
paio di millenni, vero? Mi piacerebbe che tu facessi festa, non apparissi più,
non piangessi su questo mondo che ha ancora speranza. Mi piacerebbe che tu ti
ribellassi al tuo essere statua, disumana o transumana, e fossi la donna che
sei stata, come miliardi di altre donne nel mondo. Mi piacerebbe che tu
raccogliessi la bandiera dell’otto marzo, non vedi che ne hai bisogno? Che ti
ribellassi al destino immutabile cui ti ha costretta l’immaginario maschile e
riconquistassi la tua umanità.
Cara Maria, se tu ti liberassi te ne sarei grata in nome di tutte quelle
donne che sono state costrette in ultima fila a tessere in silenzio le tue
lodi, a te, inarrivabile modello del femminino sacro, così ridotta da maschi
senza speranza e disperazione.
Cara Maria, ti auguro che
rifiorisca il magnificat sulle tue
labbra, che tu torni ad essere quella donna coraggiosa e fiera, consapevole di
avere nel grembo un profeta, sognante il futuro di un popolo, che poi sarebbe
diventato il popolo di Dio in cammino.
Cara Maria, se tu non
muti, vano sarà spiegare che il creatore non è né maschio né femmina, che
sessuarlo è una bestemmia, perché si rivolgeranno a te, madre e vergine
immobile per l’Eternità. Immobile. Sovrana. Marmorea o lignea o dipinta. Ma non
viva!
Ribellati
Maria, non apparire più. Torna a prendere il tuo posto nella storia,
bellissima, che avrebbe dovuto portarci a libertà e che ha rinchiuse le tue
congeneri dentro un’immagine non loro, perché intessuta intorno a te. Le povere
di Dio lo chiedono da secoli. Inutilmente. Unisciti a noi e raccogli la
bandiera della libertà, oggi otto di marzo! Se non apparissi più a dispensare
fervorini al mondo sarebbe un inizio. E un bel regalo che ci e ti faresti non
solo l’otto marzo.
Con complice affetto
Una figlia di Eva”.
Augusto
Cavadi
www.augustocavadi.com
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