“Monitor”
6.3.2015
I messaggi
“filosofici” di Star Trek
Molti si sono intristiti per la
morte di Leonard Nimoy, il signor Spock di Star
Trek. Un articolo di Peter Ciaccio mi suggerisce di scovare
i contenuti filosofici che nei film più belli della storia del cinema si
nascondono (senza per questo cessare d’incidere nella formazione degli
spettatori). Ciaccio, nel suo commento ospitato su www. stradeonline.it , individua tre messaggi principali :
<<Il primo e più ovvio è l'ideale
kennedyano>>. Quando il capitano James T. Kirk evocava lo «Spazio, ultima frontiera>>
riecheggiava lo slogan di John F. Kennedy, per il quale <<la Nuova Frontiera era un insieme di tre nuove sfide: la prosperità
economica, i diritti civili e la conquista dello spazio>>.
Il secondo
messaggio è una dichiarazione di <<fiducia
nella scienza>>. In Star Trek si riconosce,
tra le righe, la tesi che <<la
scienza sia buona e positiva, perché permette all'essere umano di aumentare le
proprie conoscenze, di fare nuove esperienze, di "arrivare là dove nessun
uomo è mai giunto prima". Non c'è paura della scienza, non ci sono
"scienziati pazzi": ci sono eventualmente individui avidi, cattivi,
sadici>>.
Il terzo messaggio, non meno importante, evoca il
celebre "sogno" di Martin Luther King («Ho sognato
che un giorno ogni nero di questo paese, ogni uomo di colore nel mondo intero,
saranno giudicati per il loro personale valore, piuttosto che per il colore
della loro pelle, e che tutti gli uomini rispetteranno la dignità della persona
umana»). Come sottolinea Peter Ciaccio, <<l'Enterprise era una nave
spaziale guidata da una squadra impensabilmente mista per l'America (e non
solo) dell'epoca. Anche se la leadership WASP
era assicurata dal comandante Kirk, bianco del Midwest, i rapporti all'interno
dell'astronave erano assolutamente paritari. Non il colore della pelle né il
genere determina il grado di comando, ma le competenze, la dedizione, il
merito. Ecco allora l'africana Uhura, il nippo-americano Sulu, il russo Chekov,
lo scozzese Scottie e il "sudista" McCoy. Oltre il razzismo, oltre la Guerra Fredda, oltre
l'oppressione maschilista>>. Per non parlare, appunto,
del signor Spock: <<addirittura un
extraterrestre, anzi un meticcio, figlio di un'umana e di un alieno>>.
La
filosofia è morta o non vive piuttosto nascosta nelle canzoni, nelle
rappresentazioni teatrali, negli sceneggiati televisivi e – appunto – nei film?
Chi sa come stanno le cose in proposito avrà uno strumento in più per non
lasciarsi condizionare dai messaggi che circolano nella società; per poterne
prendere consapevolezza; valutarli criticamente per farli propri se ci
convincono e respingerli se li riteniamo infondati e fuorvianti.
Augusto
Cavadi
www.augustocavadi.com
2 commenti:
analisi impeccabile. un grande spunto di riflessione. grazie Augusto!
E poi c'è la fiducia nel dialogo interculturale: c'è sempre la possibilità di un primo contatto. Punto debole, la convinzione acritica che la scienza e la matematica siano universali. Grazie per l'occasione di parlarne (e ancora tanto ci sarebbe da dire)
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