“Repubblica – Palermo”
17.12.14
ARANCINE E BAROCCO: GUIDA ALL’INDECIFRABILE
Un’ennesima guida di Palermo, si dirà. Nient’affatto,
“Palermo” (Di Girolamo editore, pagine 172, euro 9,90) di Augusto Cavadi
è davvero un’idea diversa di perlustrazione culturale della città.
Lo stesso sottotitolo, “Guida insolita alla scoperta
di una città indecifrabile”, da un lato rivendica l’originalità della proposta,
non assimilabile ad altre di taglio settoriale, e dall’altro dichiara in
anticipo l’inanità della propria impresa.
Il lettore sappia subito che sarà condotto nel
groviglio inestricabile di una città gelosa dei propri misteri, che non si
lascia scrutare e interpretare con facili paradigmi.
Ma il fruitore è anche avvertito da una nota
introduttiva che la guida che si appresta a leggere si confessa incompleta. La
città indecifrabile è un percorso infinito e labirintico che ad ogni svolta
propone nuovi bivi.
Cavadi indica quindi una metodologia collettiva che
coinvolge i lettori in uno scambio di “indicazioni” e “suggerimenti”
integrativi. Il che, altra innovazione, fa di questo libro un work in progress
interattivo.
Al contrario di tanti baedeker ad uso turistico, la
guida eteroclita di Cavadi non esclude dal proprio oggetto il contesto
quotidiano e pragmatico, la cosiddetta cultura materiale, a partire
dall’argomento imprescindibile del cibo: “chi conosce Palermo sa che è il luogo
dell’incontro – e del contrasto – fra poesia e prosa, fra picchi di bellezza e
ferite orride”.
Questa condizione contraddittoria e bipolare (tra
l’arancina e lo stupor mundi, la stigghiola e Gagini) è analizzata in una sorta
di mosaico in cui ciascuna tessera-luogo viene narrata sulla base del suo
patrimonio bibliografico, ma anche con una serie di notazioni e informazioni
attualissime e utilissime al visitatore: dalle gelaterie alle trattorie, dai
mezzi pubblici o privati ai bed and breakfast, dagli itinerari per il
viaggiatore che dispone di poco tempo a quelli per chi può permettersi
escursioni più ampie, e così via con un’ottica pedagogica e di servizio.
Il puzzle che sortisce da questo accurato esame, se
non esaustivo, è senz’altro esauriente. Cavadi aggrega brani di ben 47
scrittori (in senso lato), da Robero Alajmo a Pietro Zullino (autore di una
celebre “Guida ai misteri e piaceri di Palermo”).
Tale nutrita schiera presenta i più illustri
viaggiatori del Grand Tour (a cominciare ovviamente da Goethe), i geografi
arabi, i grandi scrittori siciliani (con in testa Consolo) e non, le leve più
recenti, i cultori della nostra memoria. Perfino qualche comico. E se è vero
che qualcuno manca all’appello, certamente sarà introdotto in una prossima
edizione.
Marcello Benfante
2 commenti:
Complimenti a Marcello Benfante per questa brillante recensione. E ancora complimenti a te, per aver avuto l'idea di scrivere questa "idea diversa di perlustrazione culturale della città di Palermo".
Caro Augusto,
essendo da poco sbarcata a Genova da Palermo, non ho potuto non pensare a quel passaggio del tuo "Palermo" in cui fai riferimento alle emozioni provate arrivando o lasciando il porto. Proprio in questi giorni ho letto il libriccino, di cui ho apprezzato l'impostazione corale con i suoi inserti ora spassosi (Ficarra e Picone) ora preziosi (mi vengono in mente quelli su Antonello da Messina, ma gli altri non sono da meno). Come non riandare col ricordo a Ballaro' leggendo le pagine di diario di tua moglie, cosi' cariche di emozioni?
Ho appena letto il calendario degli eventi che hai gia' programmato per il nuovo anno e mi rammarico per l'impossibilita' di seguirne almeno qualcuno. Conto sui tuoi resoconti...
Colgo l'occasione per farti i miei auguri per un nuovo anno ricco di stimoli, idee, progetti, propositi... come mi pare sia stato il tuo 2014.
Saluti affettuosi,
Lidia
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