giovedì 9 ottobre 2014

LE TASSE LE DEVONO PAGARE SOLO GLI ONESTI ?



“Repubblica – Palermo”
COME ABBASSARE LE TASSE A CHI RISPETTA LE REGOLE

“Palermo è una delle poche grandi città a sud di Roma che ha il bilancio a posto, che non ha un euro di anticipazione di cassa con le banche, che è passata dall’1% di spese per investimenti al 24%”. Così il sindaco Orlando che, negli stessi giorni, ha precisato che l’anno venturo non ci saranno più aumenti nelle imposte comunali. Due notizie confortanti che acquisterebbero tutto il loro sapore se fossero completate da una terza: l’anno venturo, grazie ai soldi recuperati dall’evasione e dalle trasgressioni quotidiane dei maleducati, i contribuenti onesti – che fino al 2014 sono stati spremuti come limoni – fruiranno di una sensibile diminuzione delle tasse.
    Come è ingiusta un società in cui la media di un pollo a testa risulti dal computo statististico di chi mangia due polli e di chi resta a digiuno, così è ingiusta una città che pareggia il bilancio come risultato del computo fra chi paga tasse sempre più elevate e chi continua a latitare agli occhi delle autorità comunali. Giustizia e ingiustizia, equità e iniquità, non sono valori astratti: entrano nell’ethos di una città, nel suo DNA morale, condizionano il benessere generale almeno quanto i conti ragionieristici delle entrate e delle uscite. Chi per pagare le imposte comunali, in aggiunta alle governative, ha dovuto far ricorso a prestiti di familiari ed amici, se non addirittura bancari, avverte un’amarezza interiore molto precisa e molto concreta: davanti allo spettacolo di interi quartieri sottratti a ogni controllo fiscale si sente ferito nella sua intelligenza e umiliato nella sua dignità. Come chi in una barca che rischia di affondare è costretto, con pochi altri, a remare sino allo stremo per compensare l’allegra, spensierata, impunita pigrizia altrui. Palermo è anche mafia, ma non tutti i malesseri e i ritardi derivano da matrici mafiose: l’a-civismo di strati borghesi e popolari è un terreno che precede, e favorisce, l’emergenza di fenomeni criminali più circoscritti e più eclatanti.
    L’evasione fiscale non è però né l’unico aspetto corruttivo ed eticamente scoraggiante né l’unico ambito che, seriamente combattutto, potrebbe rimpolpare le tasche del Comune e alleggerire le scadenze fiscali dei contribuenti. La sequela impressionante di vittime della strada ci ricorda, con luttuosa eloquenza, che Palermo   - come Catania, Reggio Calabria, Napoli – è una città in ostaggio dei criminali del volante. Superare i limiti di velocità, non fermarsi agli incroci quando si deve dare la precedenza, non rallentare neppure in presenza di ciclisti da superare o di pedoni che attraversano la strada sulle strisce, persino passare con il rosso non sono più trasgressioni occasionali: fanno parte della inquietante normalità dei comportamenti degli automobilisti. Se ci fosse una seria coordinazione fra i vigili urbani e tutte le altre forze dell’ordine, in uno sforzo sinergico anche solo per un mese, entrerebbero nelle casse dell’amministrazione pubblica (a cominciare dall’amministrazione comunale) centinaia di migliaia di euro; si darebbe al turismo una spinta propulsiva molto più efficace di tante campagne promozionali a pagamento e – cosa di gran lunga più importante – si salverebbero decine di vite umane, soprattutto di bambini e di anziani.
     Da ultimo, ma non in ordine di rilevanza, un congruo aumento delle entrate finanziarie comunali si registrerebbe se il sindaco e le strutture istituzionali da lui – direttamente o indirettamente – controllate decidessero  (anche qui basterebbero due o tre mesi di impegno serio) di stroncare l’inciviltà di quanti riempiono la città di rifiuti, mobili, materassi, tettoie di eternit…a tutte le ore e in ogni angolo possibile. Sì, anch’io vengo sorpreso e deriso dai vicini di casa perché non riesco a trattenermi dal raccogliere dalla piazzetta sotto casa bottiglie di birra o scatoloni di cartone abbandonati; così come apprezzo moltissimo le iniziative di volontari che, periodicamente, decidono di ripulire un pezzo di spiaggia a Sferracavallo o la villetta pubblica di piazza Lolli. Ma non possiamo rassegnarci a queste supplenze improvvisate delle istituzioni. Chi paga le tasse ha diritto di vivere in una città pulita, con autobus puntuali e senza bulletti che spadroneggino a bordo, con un livello di inquinamento atsmosferico e acustico sopportabile. Se non ci si avvicina progressivamente, ma concretamente, a questa qualità della vita collettiva, la promessa che nel 2015 non si pagherà ancora di più di quest’anno è meglio della minaccia inversa: non può certo far tornare, però,  la serenità nell’animo di chi è stanco di lottare per una Palermo almeno sommariamente europea.
                                                                                             Augusto Cavadi

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