“Repubblica
– Palermo”
COME ABBASSARE
LE TASSE A CHI RISPETTA LE REGOLE
“Palermo
è una delle poche grandi città a sud di Roma che ha il bilancio a posto, che non ha un euro di
anticipazione di cassa con le banche, che è passata dall’1% di spese per
investimenti al 24%”. Così il sindaco Orlando che, negli stessi giorni, ha precisato
che l’anno venturo non ci saranno più aumenti nelle imposte comunali. Due
notizie confortanti che acquisterebbero tutto il loro sapore se fossero
completate da una terza: l’anno venturo, grazie ai soldi recuperati
dall’evasione e dalle trasgressioni quotidiane dei maleducati, i contribuenti
onesti – che fino al 2014 sono stati spremuti come limoni – fruiranno di una
sensibile diminuzione delle tasse.
Come è ingiusta un società in cui la media di un pollo a testa risulti
dal computo statististico di chi mangia due polli e di chi resta a digiuno,
così è ingiusta una città che pareggia il bilancio come risultato del computo
fra chi paga tasse sempre più elevate e chi continua a latitare agli occhi
delle autorità comunali. Giustizia e ingiustizia, equità e iniquità, non sono
valori astratti: entrano nell’ethos
di una città, nel suo DNA morale, condizionano il benessere generale almeno
quanto i conti ragionieristici delle entrate e delle uscite. Chi per pagare le
imposte comunali, in aggiunta alle governative, ha dovuto far ricorso a
prestiti di familiari ed amici, se non addirittura bancari, avverte un’amarezza
interiore molto precisa e molto concreta: davanti allo spettacolo di interi
quartieri sottratti a ogni controllo fiscale si sente ferito nella sua
intelligenza e umiliato nella sua dignità. Come chi in una barca che rischia di
affondare è costretto, con pochi altri, a remare sino allo stremo per
compensare l’allegra, spensierata, impunita pigrizia altrui. Palermo è anche
mafia, ma non tutti i malesseri e i ritardi derivano da matrici mafiose:
l’a-civismo di strati borghesi e popolari è un terreno che precede, e
favorisce, l’emergenza di fenomeni criminali più circoscritti e più eclatanti.
L’evasione fiscale non è però né l’unico aspetto corruttivo ed
eticamente scoraggiante né l’unico ambito che, seriamente combattutto, potrebbe
rimpolpare le tasche del Comune e alleggerire le scadenze fiscali dei
contribuenti. La sequela impressionante di vittime della strada ci ricorda, con
luttuosa eloquenza, che Palermo
- come Catania, Reggio Calabria, Napoli – è una città in ostaggio dei
criminali del volante. Superare i limiti di velocità, non fermarsi agli incroci
quando si deve dare la precedenza, non rallentare neppure in presenza di
ciclisti da superare o di pedoni che attraversano la strada sulle strisce,
persino passare con il rosso non sono più trasgressioni occasionali: fanno
parte della inquietante normalità dei comportamenti degli automobilisti. Se ci
fosse una seria coordinazione fra i vigili urbani e tutte le altre forze
dell’ordine, in uno sforzo sinergico anche solo per un mese, entrerebbero nelle
casse dell’amministrazione pubblica (a cominciare dall’amministrazione
comunale) centinaia di migliaia di euro; si darebbe al turismo una spinta propulsiva
molto più efficace di tante campagne promozionali a pagamento e – cosa di gran
lunga più importante – si salverebbero decine di vite umane, soprattutto di
bambini e di anziani.
Da ultimo, ma non in ordine di rilevanza,
un congruo aumento delle entrate finanziarie comunali si registrerebbe se il
sindaco e le strutture istituzionali da lui – direttamente o indirettamente –
controllate decidessero (anche qui
basterebbero due o tre mesi di impegno serio) di stroncare l’inciviltà di
quanti riempiono la città di rifiuti, mobili, materassi, tettoie di eternit…a
tutte le ore e in ogni angolo possibile. Sì, anch’io vengo sorpreso e deriso
dai vicini di casa perché non riesco a trattenermi dal raccogliere dalla
piazzetta sotto casa bottiglie di birra o scatoloni di cartone abbandonati;
così come apprezzo moltissimo le iniziative di volontari che, periodicamente,
decidono di ripulire un pezzo di spiaggia a Sferracavallo o la villetta
pubblica di piazza Lolli. Ma non possiamo rassegnarci a queste supplenze improvvisate
delle istituzioni. Chi paga le tasse ha diritto di vivere in una città pulita,
con autobus puntuali e senza bulletti che spadroneggino a bordo, con un livello
di inquinamento atsmosferico e acustico sopportabile. Se non ci si avvicina
progressivamente, ma concretamente, a questa qualità della vita collettiva, la
promessa che nel 2015 non si pagherà ancora di più di quest’anno è meglio della
minaccia inversa: non può certo far tornare, però, la serenità nell’animo di chi è stanco di lottare per una
Palermo almeno sommariamente europea.
Augusto Cavadi
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