“Centonove” 25.7.2014
LA VERA RICCHEZZA E’ NEL DENARO ?
Che
succede se un ex-manager, ridotto dalla crisi economica attuale in povertà,
mentre siede su uno scoglio di Capo Boeo – in quel di Marsala – a contemplare
Marettimo, l’Isola Sacra, viene avvicinato da un docente universitario di
economia incuriosito dal suo profilo austero ma sereno? Se volete saperlo vi
basta procurarvi una copia dell’agile, fruibile, volume di Massimo Jevolella, Il segreto della vera ricchezza. Dialogo tra
un economista e un povero (Urra, Milano 2014, pp. 100, euro 10,00).
Il testo non avanza pretese di grande originalità, ma intreccia - nella trama del dialogo – tutta una serie di
considerazioni sulla contemporaneità e di indicazioni terapeutiche dalla
migliore sapienza tradizionale. Sulla contemporaneità: “Una donna di
trentacinque anni perde il lavoro,
e disperata si getta in poeno inverno nelle acque gelide e impetuose dell’Adda,
con i figliuoletto di pochi mesi legato al petto. […] Ci vollero molte ore per
trovare i due corpi privi di vita, ancora stretti insieme, trattenuti dai rami
di un albero caduto sulla riva del fiume…era una notizia di poche righe, uscita
soltanto su alcuni giornali lombardi. […] C’è chi si dà fuoco, chi s’impicca,
chi si lancia dalla finestra…L’improvviso cadere nell’indigenza terrorizza…e
gli orrori sono infiniti”. Tutto questo mentre “decine di migliaia di miliardi
di dollari giacciono nei forzieri segreti dei paradisi fiscali di tutto il
mondo”, pur essendo noto che “basterebbe confiscare meno della metà di quelle
enormi risorse finanziarie inutilizzate, frutto di corruzione e di rapina, di
criminalità, di frode e di evasione fiscale, per risolvere in un colpo solo la
crisi mondiale, per ridare speranza, lavoro, protezione e sostentamento sicuro
ai giovani, ai licenziati, a tutti i disperati della terra, feriti nella loro
dignità umana e ridotti ormai alla fame”.
E’ evidente che se certe ricette non
vengono applicate - anzi, neppure
prese in esame in via ipotetica – la ragione non è ‘tecnica’ né ‘scientifica’,
ma etica. Solo un bagno rigeneratore nelle sapienze tradizionali (dagli Egizi
agli Ebrei, dagli Indiani ai Greci e così via) potrebbe aprirci finalmente gli
occhi: la vera ricchezza non si misura in quantità di oro accumulato, ma in
qualità di vita per sé e per i propri simili. “In verità” - sostiene verso la fine della
conversazione il saggio povero/ricco
- “in questo breve viaggio che è la vita, nessun ‘grande uomo’, nella
sua superbia intellettuale o nella sua accidia morale, ha mai varcato per un
solo istante la soglia della gioia se non ha mai saputo donare almeno un grammo
di letizia e di speranza al più piccolo e al più fragile dei suoi compagni
d’avventura”.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
1 commento:
Grazie per queste riflessioni. E grazie a Jevolella per il suo libro.
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