“Repubblica – Palermo” 11.7.2014
MADRI, ARTISTE E IMPRENDITRICI
TORNANO "LE SICILIANE" DI PILATI
Nel 1998 Giacomo Pilati ha pubblicato con
il compianto editore trapanese Salvatore Coppola una raccolta di interviste, Le Siciliane, che ebbe tanto successo da
indurlo, nel 2008, a dare alle stampe una seconda, analoga, raccolta: Le altre siciliane. A sei anni di distanza l’autore ha
ripreso in mano i due libri ormai esauriti, ha scelto le venti conversazioni
che gli son sembrate maggiormente significative e, dopo averle ben limate, le
ha edite in un unico volume (Le siciliane,
Di Girolamo, Trapani 2014, pp. 212, euro 12,00). Nella Prefazione Marcello Sorgi sostiene che questa raccolta è “l’ideale
prosecuzione” di un saggio di Leonardo Sciascia in cui si metteva in evidenza
il carattere contraddittorio delle donne siciliane: “comandiere e subalterne”,
“piegate da secolare sottomissione, eppure forti e padrone in casa”.
Cosa accomuna le storie
autobiografiche raccontate da familiari di vittime di mafia come Felicia
Impastato, madre di Peppino, o Pina
Maisano Grassi, moglie di Libero; da artiste creative come Emma Dante o Marilena Monti; da un’imprenditrice come Maria Guccione
o da un’ambientalista come Anna Giordano (inserita, dalla rivista “Time”, fra i
dieci eroi del XX secolo cui si deve la salvezza del pianeta)? “Il dolore, la
consapevolezza e il coraggio. Il primo subito come ingiustizia, la seconda
adoperata per raccogliere le forze, il terzo usato per riscattarsi”. Storie
come queste servono per non dimenticare le perle preziose di cui è segnato il
cammino della nostra terra, pur così scoraggiante per altri versi; ma servono
anche a far conoscere alle nuove generazioni, in particolare femminili, delle
esperienze pionieristiche da assumere a modello per l’oggi e per l’immediato
futuro.
Augusto Cavadi
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