“Repubblica – Palermo”
25. 7. 2014
GLI AIUTI A CHI SOFFRE E I PECCATI DEI PRETI
Le prestazioni sessuali
estorte fanno sempre ribrezzo. Ma se a operare la concussione in natura è un
cittadino con responsabilità sociali
- un medico o un insegnante, un politico o un prete – l’abuso risulta
particolarmente odioso. Fatta salva la presunzione d’innocenza, è dunque comprensibile
che in internet girino in queste ore parodie amaramente sarcastiche: “L’8 per
mille alla Chiesa cattolica? Chiedilo a don Librizzi”.
Che la giustizia faccia il suo corso, efficacemente e
rapidamente, è interesse di tutti ma, in modo particolare, di quelle
centinaia - anzi migliaia – di
siciliani che da anni si impegnano a supplire le carenze della politica
governativa sul fronte degli sbarchi dall’Africa. Un’altra mela marcia (non è
la prima, non sarà presumibilmente l’ultima) rischia, infatti, di gettare il
discredito su un mondo variegato e ammirevole di cui si tace quando non c’è da
lamentarsene. Penso, innanzitutto,
per associazione di idee più immediate, agli operatori della Caritas della
stessa diocesi di Trapani che, in queste stesse ore, continua una splendida
opera di accoglienza dei migranti. Penso a don Francesco Fiorino, direttore
della caritas della limitrofa diocesi di Mazara del Vallo, che da decenni ha
costruito – con i suoi collaboratori – una rete efficiente di solidarietà,
realizzando un esempio di integrazione degli immigrati. Penso a ciò che
l’intesa fra il sindaco e l’arcivesco di Messina sta rendendo possibile per 500
profughi salvati dal naufragio. Ma anche le chiese protestanti sono da anni
mobilitate. Il centro diaconale valdese-metodista della Noce, di Palermo, ha in
carico diversi minori senza genitori ai quali insegna i rudimenti della lingua
italiana e che avvia a forme di lavoro adeguate. Il direttore del centro, il
giovane pastore Ciccio Sciotto, è in partenza per Scicli dove si trasferisce
per dirigere un altro punto di accoglienza per chi riesce ad attraversare
indenne il canale di Sicilia, ma si trova poi senza riferimenti di parenti o
amici in Italia. E da poche settimane, nell’ambito del medesimo progetto Mediterranean Hope, la Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (FCEI), ha aperto proprio a Lampedusa un “osservatorio”
delle migrazioni (dove si sono trasferiti stabilmente due operatori, Francesco
Piobbichi e Marta Bernardini). Accanto all’associazionismo di ispirazione
religiosa, e spesso in felice cooperazione con esso, è molto attivo l’associazionismo
laico. A Palermo e Catania le due sedi del Ciss (Cooperazione internazionale
sud sud), ad esempio; senza contare l’opera inestimabile - di carattere sia scientifico che
operativo – dei giuristi come Fulvio Vassallo Paleologo e i suoi più giovani
collaboratori che, da molti anni, assistono chi sbarca nella nostra isola non
solo nell’immediato (per esempio assicurando um servizio di traduzione e di
informazione legale), ma anche nel faticoso
iter burocratico del riconoscimento dello status di profugo.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
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