mercoledì 16 luglio 2014

ANDREA COZZO RECENSISCE "PALERMO"


“Centonove” 11.7.2014



PALERMO SECONDO CAVADI



      Forse non è superfluo precisare che questa ultima pubblicazione di Augusto Cavadi (Palermo. Guida insolita a una città indecifrabile, Di Girolamo, Trapani 2014, € 9,90) si inserisce nella Collana Promemoria che accoglie e annota “documenti umani” da tenere a mente, talvolta da ripescare. Carte, figure e costumi - tra cultura popolare e studi demologici, civiltà materiale e folklore, fonti orali e tradizioni, dialettologia e “grammatiche” del volgo – che meritano di essere preservati in una memoria condivisa, ben al di là di specialismi settoriali , di interesse trasversale e generale. Una Collana, dunque, che ben si confà allo stile dell’autore: educatore consapevole e civicamente impegnato a favore dei ceti disagiati, opinionista di “Repubblica – Palermo” e teologo ‘laico’, osservatore dei fenomeni politici e del fenomeno mafioso (spesso coincidenti), ha sinora pubblicato alcune decine di libri su tematiche varie, ma sono la strada e la filosofia a costituire la cifra primaria di questo volumetto non a caso presentato  come una “guida per viaggiatori riflessivi”. 

     Leggiamo ad esempio: “Sarà effetto di miei limiti mentali, ma quando visito per la prima volta una città i musei sono gli ultimi luoghi che cerco. Mi sembra, forse sbagliando, che siano in qualche misura interscambiabili con i musei di tutte le altre città del mondo: un Tiziano o un Botticelli o un Picasso lo trovi a Roma come a Londra, a Mosca come ad Amsterdam. L’urbanistica di una città, invece, le sue architetture, i suoi giardini, i suoi vicoli, i suoi odori e i suoi piatti tipici li puoi scoprire solo là e in nessun altro posto del mondo. Meglio se sbirciati e annusati passeggiando a piedi o, al massimo, in bicicletta”  (p. 101).

               Perché “insolita” questa guida? Perché non è una guida, o meglio non è solo una guida. Infatti è fruibile da diverse angolazioni: è sì una guida per turisti, ma anche una raccolta di impressioni di viaggio di scrittori di varie epoche; riflessione filosofico-culturale sulla città;  illustrazione arguta di usi e costumi (anche alimentari) dei palermitani; racconto anche umoristico;  saggio sociologico; manuale di orientamento socio-culturale per chi visita Palermo; distillato della visione del mondo dell’autore stesso che passa per il nesso autobiografico inscindibile tra la sua  passione civile; i suoi interessi plurimi ma sempre legati a una concezione della cultura come non-scolastica, non-accademica, viva, sociale nel senso più stretto del termine; il suo apprezzamento dei piaceri della ricca tavola siciliana. Insomma il libro, pur agile, è testimonianza di un senso della vita come convivialità nel senso più alto e bello del termine ...E tutto espresso con una scrittura fluida e piacevole, spesso anche umoristica e autoironica: “Il centro storico va visitato palmo per palmo a piedi. Prima di tutto perché le patenti di guida valide per condurre automobili in tutta Europa sono assolutamente inadeguate per il traffico palermitano, regolato da leggi non scritte che è impossibile apprendere in meno di venti anni di residenza in città. Tra l’altro, il turista medio è curioso e può avere la tentazione di distrarsi, davanti a un semaforo rosso, per ammirare uno scorcio monumentale o un dettaglio architettonico: ma pagherebbe a prezzo troppo caro ogni attimo di ritardo dopo l’apparizione del verde (pare che la comunità scientifica internazionale voglia adottare, come definizione esatta di “minuto secondo”, il segmento di tempo che a Palermo intercorre fra l’apparizione del verde al semaforo e il primo suono di clacson da un auto in fila)” (p. 54). O ancora:  Una quarta méta, per stomaci duri, le catacombe dei Cappuccini. Le ho visitate solo una volta in vita mia, da ragazzo. Quella domenica persi l’appetito e, da allora, non ci sono tornato più; neppure adesso che un po’ di disappetenza mi aiuterebbe a perdere i grassi in eccesso (p. 120).  Ma la parte più originale è forse quella relativa alla presentazione degli aspetti artistico-monumentali, presentati con l’aiuto di pregevoli citazioni letterarie tratte da autori famosi. Così con gli occhi di Goethe saliamo a Monte Pellegrino; con Albert Jouvin de Rochefort visitiamo Villa Bonanno; con Guy de Maupassant la Cappella Palatina; con Gonzalve De Nervo ammiriamo la Cattedrale e l’Orto Botanico; in compagnia della de la Héronnière attraversiamo Ballarò e godiamo del Duomo di Cefalù; con Cosimo Scordato analizziamo i putti del Serpotta in modo non solo storico-artistico, ma anche teologico-spirituale; e ammiriamo Palermo e dintorni alla luce degli echi letterari relativi ritroviamo in Consolo, Luigi Natoli, Ippolito Nievo, Dacia Maraini,  Boccaccio, Ibn Hawqual, e persino in Ficarra e Picone ...   

                                                                  Andrea Cozzo

2 commenti:

Maria D'Asaro ha detto...

Imperdibile la tua guida e ottima la recensione del prof.Cozzo.

armando caccamo ha detto...

Ottimo libro e ottima recensione (ho già espresso il mio parere che dovrebbero leggerlo, oltre i turisti, anche in tutte le scuole!). Oggi aggiungo il pensiero di Anna Maria, mia moglie: Augusto Cavadi è riuscito a saldare i cocci di una Palermo spesso frantumata per farne un pezzo unico e prezioso avvalendosi, come da antica tradizione giapponese, di una colla speciale di polvere d'oro..