“Centonove”
11.7.2014
PALERMO
SECONDO CAVADI
Forse non è
superfluo precisare che questa ultima pubblicazione di Augusto Cavadi (Palermo.
Guida insolita a una città indecifrabile, Di Girolamo, Trapani 2014, € 9,90)
si inserisce nella Collana Promemoria che accoglie e annota “documenti
umani” da tenere a mente, talvolta da ripescare. Carte, figure e costumi - tra
cultura popolare e studi demologici, civiltà materiale e folklore, fonti orali
e tradizioni, dialettologia e “grammatiche” del volgo – che meritano di essere
preservati in una memoria condivisa, ben al di là di specialismi settoriali ,
di interesse trasversale e generale. Una Collana, dunque, che ben si confà allo
stile dell’autore: educatore consapevole e civicamente impegnato a
favore dei ceti disagiati, opinionista di “Repubblica – Palermo” e teologo
‘laico’, osservatore dei fenomeni politici e del fenomeno mafioso (spesso
coincidenti), ha sinora pubblicato alcune decine di libri su tematiche varie, ma sono
la strada e la filosofia a costituire la cifra primaria di questo volumetto non
a caso presentato come una “guida per viaggiatori
riflessivi”.
Leggiamo ad esempio: “Sarà effetto di miei limiti mentali, ma quando visito per la prima
volta una città i musei sono gli ultimi luoghi che cerco. Mi sembra, forse
sbagliando, che siano in qualche misura interscambiabili con i musei di tutte
le altre città del mondo: un Tiziano o un Botticelli o un Picasso lo trovi a
Roma come a Londra, a Mosca come ad Amsterdam. L’urbanistica di una città,
invece, le sue architetture, i suoi giardini, i suoi vicoli, i suoi odori e i
suoi piatti tipici li puoi scoprire solo là e in nessun altro posto del mondo.
Meglio se sbirciati e annusati passeggiando a piedi o, al massimo, in
bicicletta” (p. 101).
Perché “insolita” questa guida? Perché non è una guida, o meglio non è
solo una guida. Infatti è fruibile da diverse angolazioni: è sì una guida per turisti, ma anche una raccolta di
impressioni di viaggio di scrittori di varie epoche; riflessione
filosofico-culturale sulla città;
illustrazione arguta di usi e costumi (anche alimentari) dei
palermitani; racconto anche umoristico;
saggio sociologico; manuale di orientamento socio-culturale per chi
visita Palermo; distillato della visione del mondo dell’autore stesso che passa
per il nesso autobiografico inscindibile tra la sua passione civile; i suoi interessi
plurimi ma sempre legati a una concezione della cultura come non-scolastica,
non-accademica, viva, sociale nel senso più stretto del termine; il suo
apprezzamento dei piaceri della ricca tavola siciliana. Insomma il libro, pur
agile, è testimonianza di un senso della vita come convivialità nel senso più
alto e bello del termine ...E tutto espresso con una scrittura fluida
e piacevole, spesso anche umoristica e autoironica: “Il centro storico va visitato palmo per palmo a piedi. Prima di tutto
perché le patenti di guida valide per condurre automobili in tutta Europa sono
assolutamente inadeguate per il traffico palermitano, regolato da leggi non
scritte che è impossibile apprendere in meno di venti anni di residenza in
città. Tra l’altro, il turista medio è curioso e può avere la tentazione di
distrarsi, davanti a un semaforo rosso, per ammirare uno scorcio monumentale o
un dettaglio architettonico: ma pagherebbe a prezzo troppo caro ogni attimo di
ritardo dopo l’apparizione del verde (pare che la comunità scientifica
internazionale voglia adottare, come definizione esatta di “minuto secondo”, il
segmento di tempo che a Palermo intercorre fra l’apparizione del verde al
semaforo e il primo suono di clacson da
un auto in fila)” (p. 54). O ancora:
“Una quarta méta, per stomaci duri, le catacombe dei Cappuccini. Le ho
visitate solo una volta in vita mia, da ragazzo. Quella domenica persi
l’appetito e, da allora, non ci sono tornato più; neppure adesso che un po’ di
disappetenza mi aiuterebbe a perdere i grassi in eccesso” (p. 120). Ma la parte più originale è forse quella relativa alla
presentazione degli aspetti artistico-monumentali, presentati con l’aiuto di
pregevoli citazioni letterarie tratte da autori famosi. Così con gli occhi di
Goethe saliamo a Monte Pellegrino; con Albert Jouvin de Rochefort visitiamo
Villa Bonanno; con Guy de Maupassant la Cappella Palatina; con Gonzalve De
Nervo ammiriamo la Cattedrale e l’Orto Botanico; in compagnia della de la
Héronnière attraversiamo Ballarò e godiamo del Duomo di Cefalù; con Cosimo
Scordato analizziamo i putti del Serpotta in modo non solo storico-artistico,
ma anche teologico-spirituale; e ammiriamo Palermo e dintorni alla luce degli
echi letterari relativi ritroviamo in Consolo, Luigi Natoli, Ippolito Nievo,
Dacia Maraini, Boccaccio, Ibn
Hawqual, e persino in Ficarra e Picone ...
Andrea Cozzo
2 commenti:
Imperdibile la tua guida e ottima la recensione del prof.Cozzo.
Ottimo libro e ottima recensione (ho già espresso il mio parere che dovrebbero leggerlo, oltre i turisti, anche in tutte le scuole!). Oggi aggiungo il pensiero di Anna Maria, mia moglie: Augusto Cavadi è riuscito a saldare i cocci di una Palermo spesso frantumata per farne un pezzo unico e prezioso avvalendosi, come da antica tradizione giapponese, di una colla speciale di polvere d'oro..
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