La Palermo
“indecifrabile” di Augusto Cavadi
“siciliainformazioni.it” del 16.5.2014
(http://www.siciliainformazioni.com/101574/palermo-indecifrabile-augusto-cavadi)
Palermo è una città dai mille volti.
Tanti tra di loro contraddittori. La bellezza del suo patrimonio
architettonico, unico per l’eterogeneità di stili, stride con l’incuria degli
amministratori; la religiosità ostentata sino al folklore spesso non
corrisponde ad un credo sincero; l’abbondanza del cibo da strada e la vitalità
dei mercati popolari storici occultano l’omologazione culturale e la crisi
galoppanti; l’accoglienza dei palermitani fa a pugni con la criminalità
mafiosa, sempre presente seppure negli ultimi anni strategicamente nascosta.
Chi arriva a Palermo da un lato è
attratto dal suo fascino, dall’altro è disorientato: troppe le luci e le ombre
per afferrarne l’identità.
Augusto Cavadi, saggista palermitano
dai molteplici interessi (filosofici, sociologici, teologici, pedagogici), col
suo “Palermo, guida insolita alla
scoperta di una città indecifrabile”, edito da Di Girolamo, accompagna il
turista in un tour singolare che non nasconde le contraddizioni del capoluogo
dell’isola “luogo dell’incontro – e del contrasto – fra poesia e prosa, fra
picchi di bellezza e ferite orride”. Il suo obiettivo è non solo far conoscere
Palermo a chi si appresta a visitarla, ma fornire una bussola per coglierne,
tra le sue manifestazioni plurivalenti, l’essenza.
Quella di Cavadi è davvero, come
recita il sottotitolo, una guida “insolita”.
Per diversi motivi.
Innanzitutto perché l’autore, pur
suggerendo un tragitto (o più tragitti tenendo conto del tempo di cui dispone
il turista), si mette da parte lasciando la parola a tanti scrittori, noti e
meno noti, che hanno esplorato (a loro modo) Palermo: da Goethe a Maupassant,
dalla Maraini a Consolo, da Brandi ad Alaimo, senza dimenticare Zullino, la cui
Guida ai misteri e ai piaceri di Palermo
è un libro, oggi introvabile, che penetra nei segreti della città col gusto
della provocazione. La pluralità di voci arricchisce la guida, sia perché gli
autori citati sono figli di epoche diverse testimoniandosi così l’interesse che
Palermo ha suscitato e continua a suscitare nel tempo, sia per la loro diversa
estrazione: alle osservazioni dei letterati si accompagnano quelle di
sociologi, di esperti d’arte, di giornalisti.
Inoltre in quella di Cavadi, a
differenza delle guide tradizionali, non si suggerisce soltanto un excursus
architettonico: alle bellezze dei monumenti di Palermo si aggiunge un percorso
di orientamento sociologico. Sicché tra i luoghi da visitare viene pure
indicato l’Albero di Falcone di via Notarbartolo, espressione della resistenza
palermitana alla mafia, quella mafia che –non può negarsi- incuriosisce i
turisti e che, secondo l’autore, va spiegata onorando la memoria di chi l’ha
contrastata piuttosto che presentata nei suoi aspetti folkloristici (Cavadi ha
anche pubblicato La mafia spiegata ai
turisti, tradotta in tantissime lingue).
Altro aspetto originale della guida
di Cavadi è la presenza, accanto a brani letterari e sociologici di spessore,
di pezzi umoristici. Non stupisce perciò che in questa guida vi sia posto per
un dialogo esilarante di Ficarra e Picone o per considerazioni brillanti,
sospesi tra il serio e il faceto, di autori meno noti. Ciò rende il libro oltre
che istruttivo accattivante. E d’altra parte l’umorismo è un’altra chiave per
meglio decifrare la palermitanità.
Come ogni buon guida, quella di
Cavadi è agile: appena 172 pagine in formato tascabile al prezzo di 9,90 euro.
Un’occasione per i turisti (e non solo) che vogliono scoprire la città nei suoi
vari aspetti e attrazioni, anche quelli gastronomici, su cui pure si sofferma
l’autore, e indagare sui suoi enigmi.
Il libro sarà presentato mercoledì
18 giugno alle 18,30 a Mondello presso il “Circoletto” di Fondo Anfossi.
1 commento:
Ottima recensione!
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