“Centonove”
27.6. 2014
IMMIGRATI NELLE CHIESE ? NO, PER
CARITAS !
La
notizia sarebbe di quelle buone e basta. Il sindaco scalzo chiede
all’arcivescovo salesiano di Messina ospitalità per 500 immigrati e l’ottiene:
uno di quei (rari) casi in cui l’intesa fra il potere temporale e il potere
spirituale non aggrava i guai sociali, ma li allevia. Purtroppo, però, la
notizia buona s’incrocia con un’altra simile ma di segno opposto: don Librizzi,
che in qualità di direttore della Caritas diocesana di Trapani si occupa da
decenni di accoglienza di extra-comunitari africani, viene arrestato per prestazioni sessuali con migranti
(maschi) ottenute, talora estorte,
in cambio di favori nell’iter
di riconoscimento dello status di
profugo.
Sappiamo cosa impone l’etica in situazioni del genere: attendere l’esito
dei processi presumendo, e -
perché no ? - augurandosi,
l’innocenza dell’imputato. E’ anche vero che, in questo caso, le
intercettazioni telefoniche rese note dalla stampa - suffragate da notizie informali che negli ambienti
cattolici trapanesi giravano da tempo – non possono lasciare del tutto
indifferenti. Comprensibile, dunque, la battuta goliardica che gira già a
Messina: “Immigrati ospitati nelle chiese? No, per…Caritas!”.
Come battuta funziona e difficilmente le si potrebbe negare il permesso
di circolazione. Purché battuta rimanga. In assenza di una politica governativa
seria, da decenni ormai l’associazionismo cattolico – spesso in collaborazione
con altrettanto ammirevole volontariato sia protestante che laico – si spende
su un fronte a dir poco scottante. Abusi ce ne sono stati e, a quanto è lecito
supporre, continuano ad essercene: che siano individuati e colpiti ce lo
auguriamo tutti, quali che siano le nostre idee politiche o religiose. Ma il
rispetto verso la propria intelligenza e verso centinaia di operatori onesti e
generosi impone di non fare di tutta l’erba un fascio. Conosco personalmente
l’impegno di tanti preti delle diocesi di Palermo, di Mazara del Vallo e della
stessa Trapani; di giuristi militanti di ispirazione laica come Fulvio Vassallo
Paleologo e la sua scuola universitaria; delle chiese valdesi-metodiste che
hanno approntato strutture d’accoglienza a Palermo e a Scicli (con il giovane
pastore catanese Ciccio Sciotto) e, proprio in questi giorni, hanno aperto un
punto di primo soccorso nell’isola di Lampedusa. Che la magistratura vada a fondo, e in fretta, serve a tutti
i cittadini ma, in primo luogo, a chi ha il diritto di non vedersi confuso con
chi, secondo l’accusa di don Milani, si serve dei poveri anzicché servirli.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
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