domenica 22 dicembre 2013

L'odissea per pagare una multa

“Repubblica – Palermo”
21.12.13

L’ARCANO DI UNA MULTA SVELATO DOPO UN’INCREDIBILE ODISSEA


Per una colpevole distrazione, due carabinieri mi hanno giustamente appioppato la seconda multa in quarant’anni di onorata carriera di automobilista. Devo riconoscere che l’agente verbalizzante è stato anche piacevolmente sdrammatizzante. Dopo aver esaminato i documenti, mi ha comunicato la sentenza con uno spiritoso: “Complimenti, ha vinto il 30% di sconto”, spiegandomi che entro 5 giorni avrei potuto pagare 29 euro anzicché 41. Mi ha consegnato il verbale, un conto corrente postale già prestampato e un foglio con le istruzioni per l’uso. Poiché opero versamenti postali da più di mezzo secolo, ho compiuto l’imperdonabile, fatale, leggerezza di non leggermi con attenzione le istruzioni stampate in caratteri minuscoli.
Il lunedì mattina mi presento alle poste e, poiché è un giorno di scadenze varie (dalla Tares all’Imu), mi tocca una ‘coda’ di due ore e tre quarti. Quando arriva il mio turno, l’addetta mi comunica – con sincero dispiacere – che il computer, senza dare spiegazioni,  si rifiuta di registrare il versamento. Il giorno dopo cambio ufficio postale nella speranza di trovare o un’impiegata più informata o un computer più recettivo: ma, dopo un’ora e dieci minuti di attesa, il responso non muta.
Cerco allora una stazione dei carabinieri dalla quale vengo dirottato su un certo ufficio della Benemerita dall’altra parte della città e, finalmente, mi viene svelato l’arcano: il bollettino postale prestampato - dove dovevo scrivere solo l’importo della multa e le mie generalità - era stato congegnato in modo da funzionare solo dopo i cinque giorni dal verbale per pagare la multa intera. E da essere respinto entro i cinque giorni dalla data di consegna. Per beneficiare dello sconto, invece, sarei dovuto recarmi alle poste, chiedere un modulo totalmente in bianco, compilarlo a mano in tutte le sue parti secondo la falsariga del bollettino prestampato e finalmente saldare il debito con la legge. Evidentemente in nome del principio: “Perché rendere facile l’assolvimento di un dovere civico se, con un pizzico di fantasia,  lo si può rendere diificile?”. “Ma una volta che sono qua” – ho chiesto al carabiniere – “non potrei pagare direttamente invece di tornare alle poste?”. Cortese ma ferma la risposta: “Mi dispiace, non dipende da me: sarebbe logico così, ma la procedura non prevede pagamenti che non passino dagli uffici postali o, se è già iscritto al sito delle poste italiane, attraverso internet”. Ma non ero iscritto, avrei dovuto attendere qualche giorno la conferma mediante telegramma cartaceo (?!) dell’iscrizione telematica (sforando i cinque giorni tollerati per lo sconto) e dunque, buono buono, mi sono sorbito la terza fila (questa volta ‘solo’ di 55 minuti) alle poste. Insomma: come correzione pedagogica del cittadino indisciplinato, niente da invidiare all’Impero asburgico del XIX secolo.
 Doppia morale della favola (che purtroppo favola non è, ma cronaca puntuale). Primo proposito: starò attentissimo a leggere in futuro ogni istruzioni per l’uso su come pagare le multe alla posta e intanto avvertirò quanti più parenti ed amici possibile della delicatezza del meccanismo procedurale in vigore. Secondo proposito: difenderò con vivacità l’onore dell’Arma in occasione delle prossime barzellette sui carabinieri. Altro che ingenuità intellettiva! Solo una mente assai raffinata, direi quasi diabolicamente inventiva, poteva progettare un sistema così sottile di punizione per i trasgressori del codice stradale. Per i prossimi vent’anni non mi permetterò nessuna distrazione: dovessi lasciare l’auto sotto casa e non toccarla per quel tanto che mi resta da vivere.

Augusto Cavadi

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