“Adista segni nuovi” ,
Roma 9.12.13
L’eterna dialettica tra cattolicesimo reale e
ideale
di Valerio Gigante
Da Gesù a Ratzinger, il passo è
piuttosto lungo e la distanza quasi incolmabile. A percorrerla, in senso
temporale, però, bastano i 12 agili capitoletti dell’ultimo libro di Elio
Rindone, intitolato appunto Da Gesù a
Ratzinger. Ideale evangelico e cattolicesimo reale (ed. il mio libro, 2013,
pp. 256, 14€. Per acquistarlo: http://ilmiolibro.kataweb.it).
Il volume, uscito a ridosso delle
dimissioni di papa Benedetto XVI, cerca di raccontare – attraverso i documenti
del magistero e gli interventi della gerarchia cattolica su temi politici e
sociali – quanto la prassi e dottrina della Chiesa cattolica siano lontane
dall’insegnamento di Gesù. E questo nonostante i pronunciamenti della gerarchia
pretendano di essere pienamente aderenti al dettato evangelico. Anzi si pongano
come unica interpretazione verace e genuina di quella Parola.
Scorrendo
l’indice (L’Italia e la controriforma; La Chiesa e la guerra; Intolleranza
cristiana; La Chiesa ed i regimi di destra; Gli intellettuali italiani e la
Chiesa cattolica; Radici cristiane, perché tanta insistenza?; Una sentenza
sconcertante; Una Chiesa antilluminista; Libertà di coscienza e magistero
ecclesiastico; Magistero ecclesiastico e Vangelo; Relativismo, dogmatismo,
pluralismo; Ritorno a Pio X) si ripercorre il dibattito degli ultimi anni sui
temi che più hanno diviso l’opinione pubblica: da quelli “eticamente sensibili”
alla querelle giudiziaria sul crocifisso negli edifici pubblici; dalla
“presenza” della Chiesa nella società e nella politica alla sua contiguità con
la destra; dal rapporto tra la Chiesa e la modernità alla condanna del
magistero ecclesiastico recente di ogni forma di relativismo e di
secolarizzazione della società e della cultura.
Un percorso
dialettico tra cattolicesimo ideale e cattolicesimo reale, quindi, condotto
attraverso l’analisi critica dei momenti più significativi della vita recente
della Chiesa, la cui gerarchia, spiega Rindone, si rivela fortemente
influenzata nella sua azione dalla preoccupazione di creare o mantenere
posizioni di potere, piuttosto che da quella di salvaguardare la propria
vicinanza al messaggio evangelico.
Un’operazione
possibile solo alla condizione – che nel nostro Paese è ormai una cronica
realtà – di avere una opinione pubblica cattolica praticamente inesistente,
fedeli che conoscono poco la Bibbia, ancor meno la teologia e la storia della
Chiesa, generalmente disinformati o male informati, subalterni quindi allo
strapotere mediatico di una gerarchia che comunica in maniera massiccia,
continua e capillare i propri orientamenti in assenza quasi totale di voci
“alternative” o critiche. Anche in virtù di enormi finanziamenti pubblici e del
sostegno, talvolta censorio, dei media laici e dei poteri politici e finanziari
che controllano l’informazione. E non ultimo, anche della sudditanza di molti
intellettuali.
Ma
non è sempre stato così. In passato infatti, racconta l’autore in un rapido ed
efficace excursus che va da Dante a Petrarca, fino a Dario Fo e Pasolini, gli
intellettuali italiani non sono stati né allineati né subalterni; sono stati,
invece, vigili, autonomi, critici. Sentinelle attente che, pur apprezzando il
messaggio del Vangelo, o essendo essi stessi credenti, hanno fornito strumenti
critici per leggere in maniera non banale né superficiale i meccanismi che
guidano l’azione secolare della Chiesa, spesso esprimendo su di essa giudizi
anche fortemente negativi.
Rindone non
assume mai toni apologetici, né apocalittici. Non pronuncia condanne, non
assolve. Offre piuttosto, con il rigore del filosofo, cui si aggiunge la
passione del teologo, materiale di riflessione accumulato in articoli
pubblicati nel corso degli ultimi dieci anni su riviste e giornali laici (come
Italialaica e Critica liberale). Perché in definitiva lo scopo dell’autore –
come efficacemente spiega Augusto Cavadi nella sua introduzione – non è quello
di «scoraggiare i riformatori, né chiamare alla crociata i delusi, né invitare
i non credenti a riscoprire il messaggio cristiano originario, bensì a capire
ed aiutare a capire». «Prima di tutto, se ci riusciamo, la verità: il resto ci
sarà dato in sovrappiù».
1 commento:
Grazie della condivisione.
Maria
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