“Repubblica – Palermo”
17.11.2013
Le domande da porsi dopo la
bocciatura
I moltissimi significati
della parola “cultura” si possono ridurre fondamentalmente a due: e il
dibattito sulla bocciatura di Palermo a “capitale della cultura” non avrebbe
senso se non si sciogliesse con chiarezza questa ambivalenza semantica. Nelle scienze sociali per “cultura” si
intende un insieme di credenze, usi, costumi, simboli che caratterizzano una
certa porzione della società: c’è una cultura contadina e una cultura
mercantile, una cultura militare e una cultura pacifista, una cultura magica e
una cultura scientifica. In questa prima accezione del termine, Palermo non ha
bisogno di essere promossa da nessuna giuria: è già la capitale di una certa
cultura, variamente definibile ma certamente anche mafiosa. Se la cultura
mafiosa significa tra l’altro primato dell’interesse privato sul bene pubblico,
della relazione interpersonale sulla regola oggettiva, della rendita parassitaria (o, più
modestamente, del reddito parassitario)
sulla laboriosità produttiva, del privilegio clientelare sul merito professionale…Palermo
è già capitale della cultura. Della sua cultura, mafiosa.
Ma è in un secondo significato del termine
che essa, come altre città siciliane, è stata candidata: la “cultura” come
sinonimo di ricchezza artistica, livello di istruzione media, sensibilità per
le scienze, cura del bello, fecondità letteraria. E’ il significato meno
tecnico, ma più diffuso, di “cultura”: come quando si dice di un intellettuale
che è “un uomo di cultura” (senza minimante sospettare che - nell’altro senso – lo è quanto un
venditore di ortaggi o uno spacciatore di marijuana). E’ su questo parametro che ha senso discutere - ammesso che ci sia davvero da
discutere sull’ovvio – la esclusione della candidatura di Palermo.
Personalmente l’episodio mi
conferma nell’idea che la più amara delle verità può essere preferibile alla
più dolce delle menzogne. Almeno nei casi in cui le diagnosi spietate, invece
di avvilire il malato o peggio ancora di svegliare in lui assurde rivalse
contro i medici, vengono accettate
con comprensibile amarezza ma anche in prospettiva di opportune terapie.
Possiamo ipotizzare chi sa quali complotti nazionali e internazionali come
causa della nostra esclusione dalla lista dei papabili: ma, se non abbiamo
prove o per lo meno sospetti fondati, sarà bene voltare pagina e passare
all’esame di coscienza. Secondo De André “dai diamanti non nasce niente, dal
letame nascono i fiori”: ma, purtroppo, questa legge non vale sempre e non vale
in tutti i campi. Qualche volta i fiori della cultura-in-senso-qualitativo
nascono non dal letame della cultura-in-senso antropologico-sociale, bensì da
un contesto socio-culturale tessuto dalla saggezza dei governanti e dalla
vigile responsabilità dei governati. Là dove l’economia langue sotto il tallone
della corruzione amministrativa e dell’intimidazione mafiosa; dove le scuole
rimangono aperte a colpi di decreti emergenziali perché – se si rispettassero
le leggi ordinarie – andrebbero chiuse quasi tutte; dove interi quartieri sono
del tutto privi di spazi per provare una piece
teatrale amatoriale o un concertino di musica popolare; dove non esistono
biblioteche, emeroteche o videoteche; dove partiti e sindacati negoziano
poltrone invece di curare con metodo la coscienza civica dei propri aderenti;
dove le comunità parrocchiali assai raramente stimolano il senso critico dei
fedeli e il confronto libero sui temi etici; dove chiunque può fare evacuare il
proprio cagnolino sul marciapiede o gettare il pacchetto vuoto delle sigarette
dal finestrino dell’auto perché sarebbe impensabile che un vigile urbano ne
rilevasse l’inciviltà e lo penalizzasse conseguentemente; dove edifici
decrepiti privati, da decenni ricettacolo di immondizie e di rifiuti
ingombranti, restano intatti a perenne memoria della violenza in tempo di
guerra e della bruttezza in tempo di pace…in una città del genere si può
parlare di cultura come sinonimo di elevatezza intellettuale, morale e
spirituale? Stupefacente è la sua bocciatura o non sarebbe stata, invece, la
sua promozione? Ripeto: non si tratta di piangersi addosso. Rispetto a pochi
anni fa - con la Regione e il
Comune in mano agli esponenti meno nobili della destra siciliana - ci sarebbe stato solo da disperarsi.
Oggi qualche chance in più la vedrei.
Ma a patto che Crocetta e Orlando, magari aiutati da un buon psicoterapeuta che
ne ridimensioni il delirio di onnipotenza, sappiano fare spazio a tutti i
cittadini effettivamente impegnati nella resistenza quotidiana all’inciviltà e
ne sappiano valorizzare progetti ed energie, ben al di là della cerchia dei
loro fan più o meno sinceramente
fedeli.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
6 commenti:
In neretto la frase che è stata tagliata per motivi di spazio, ma a cui tengo perché non vorrei fare la figura del solito qualunquista che accusa i politici ma dimentica le ancor più gravi responsabilità dei cittadini.
Ottimo e pungente l'articolo di oggi su Rep.
Opportuno l'invito ad Orlando a sostenere gli sforzi di chi è ' impegnato in città'
a promuovere cultura e legalità anche se non e' nella cerchia dei suoi
fedeli. Quanto all'accenno ai disturbi psichici do Orlando e Crocetta, se
ti denunziano ti do una mano e ci sono i nostri amici psichiatri delle
cenette filosofiche che potrebbero confermare con perizie medico-
giudiziarie la fondatezza della tua diagnosi.
Ciao Pietro
Sullo stesso argomento un mio articolo uscito su Repubblica a settembre:
http://leggendoerileggendo.blogspot.it/2013/09/palermo-la-buona-amministrazione-come.html
Francesco
Concordo!
Caro Augusto,
ho appena letto il tuo articolo su "Repubblica-Palermo" di oggi.
Voglio che tu sappia che lo condivido in pieno.
Ti ringrazio per le tue riflessioni,
mi auguro che altri riflettano con altrettanto senso critico.
Un bacio
Laura (Poma)
Liceo Garibaldi
Egregio Professore , desidero esprimerle il mio vivo apprezzamento per le sue osservazioni sulla recente bocciatura della candidatura di Palermo a capitale della cultura pubblicate su " Repubblica" del 17 c.m .Se i nostri amministratori e il sindaco in particolare si prendessero cura di considerare le gravi carenze e i numerosi disservizi della citta', e si rendessro solleciti a provvedervi ,secondo le esigenze dell'interesse pubblico , se prestassero attenzione alle segnalazioni che i cittadini fiduciosamente inviano all'amministrazione comunale , ora direttamente ai numeri telefonici di volta in volta da essa comunicati a questo scopo (ultimo dei quali quello relativo alle disfunzioni della RAP ) , se provvedessero agli interventi occorrenti nelle scuole prima dell'inizio dell'anno scolastico e non dopo , se provvedessero a vigilare sulla custodia dei monumenti pubblici ,affinché non siano imbrattati dai nuovi vandali ,e via di seguito ( il cahier de doleance sarebbe corposo !) essi potrebbero forse in avvenire , purché concorrano altre circostanze ,.prima fra le quali l'acquisizione di un diffuso senso civico da parte della cittadinanza ,aspirare a riproporre la candidatura della citta' , delle ragioni della cui attuale bocciatura non si rendono conto . Rosario Gino
Posta un commento