domenica 18 agosto 2013

Buona settimana!

Quando sono un po' attanagliato da preoccupazioni personali, da amarezze che stanno vivendo persone a me care, dalla tristezza della fase politica italiana e mondiale, cerco rifugio nella distanza ironica dalla quotidinità.
Tre storielle incontrate nella rubrica "Se sei giù sorridici su", curata da Gualtiero Donesana sul periodico "Famiglia in dialogo", mi hanno aiutato. Che possano aiutare anche qualcuno di voi?

* Saggia decisione. Ho deciso di seguire una dieta equilibrata e ho cominciato conun gelato nella mano destra e uno nella sinistra.

* Indigenza. Quando ero piccolo, eravamo una famiglia incredibilmente povera. Mia madre cucinava sempre con il dado. Si mangiava solo se usciva il 6 .

* Inconvenienti. Di cognome faceva "Guasto". Mai nessuno gli citofonava.

4 commenti:

Maria D'Asaro ha detto...

Che tenero e umano l'Augusto che confessa di essere un pò giù e cerca, ironicamente, di sorriderci su!
Un forte abbraccio. A presto.
Maria D'Asaro

Fabio Bonafè ha detto...

Caro Augusto, ieri sera parlavo di te con tre "siciliani occidentali"
in visita da amici a Bolzano. Anche la tua tristezza aiuta.
Un abbraccio.
fabio

Bruno Vergani ha detto...

E' vero! “GUASTO” sul citofono emancipa all’istante da numerosi tormenti. Funziona meglio dello Zen. Un caro saluto.

Anonimo ha detto...

Caro Augusto, come non condividere i tuoi sentimenti, credo che siamo in tanti amareggiati, anche se poi questo non si traduce così spesso in azioni positive.
Riguardo alle consolazioni letterarie ti dirò che ho trovato nelle barzellette e storielle ebraiche quell'umorismo, quell'ironia che sono anche già una scelta di distanza da un mondo che altrimenti può essere molto violento.
Un po' di distanza può essere anche solo prudenza e/o autodifesa e non deve essere vista come disinteresse.
E comunque solo l'amara consapevolezza può nutrire con la decisione necessaria le azioni positive e rivoluzionarie che mancano nel mondo ma non nella tua attività.

Un abbraccio,

Francesco