“Centonove” 10.5.2013
ORIGENIANO SARAI TU …
Don’t worry ! In latino, questo libro, ha solo il
titolo (Ramusculus Origenis, che
potrebbe rendersi con Arbustello di
Origene): tutto il resto è in italiano, scorrevole e fruibile (comprese
le citazioni in nota da libri
stranieri). In questo imponente
studio il teologo palermitano Giuseppe Caruso, apprezzato docente all’Istituto
Patristico Agostiniano di Roma (che è anche l’editore del volume) , affronta una
tematica specialistica, ma solo apparentemente lontana dall’attualità: quale
concezione antropologica si è delineata nei primi secoli del cristianesimo? In
particolare viene ripresa la polemica fra san Girolamo e i Pelagiani a
proposito dell’eredità del pensiero di Origene: ognuno dei due contendenti
rinfaccia all’altro di essere un “rametto”, appunto, di Origene. Per
capire un po’ meglio la questione, bisogna ricordare che Origene era
considerato un eretico e che dunque rimpallarsi l’accusa di essere origeniano
equivaleva a scambiarsi, a vicenda, l’accusa di essere eretico. Chi aveva ragione? Girolamo, lo
studioso e traduttore della Bibbia, o i seguaci di Pelagio, il monaco celebre
per le critiche al pessimismo di sant’Agostino, il ‘padre della Chiesa’
africano “inventore” della dottrina cattolica del “peccato originale”?
Non è facile formulare una
riposta univoca. Dall’esame della diatriba emerge, comunque, un’immagine di uomo contrassegnata dalla
tradizione platonica, non senza influssi orfici e gnostici (dunque di una
prospettiva dualistica che identifica l’io con l’anima immortale e tende a
svalutare la corporeità, la sessualità, l’impegno mondano).
Tutto ciò ha interesse
meramente archeologico? Così
sarebbe se la concezione dell’essere umano elaborato dai Padri della Chiesa non
avesse segnato, durevolmente, l’autointerpretazione dell’uomo occidentale sino
ai nostri giorni. In positivo e in negativo, insomma, Greci e Medievali hanno
condizionato - e in parte
continuano a condizionare – il nostro modo di rappresentarci: per de-condizionarci
non abbiamo altra strada che acquistare consapevolezza di ciò che è stato
pensato prima di noi e, in qualche misura, al nostro posto.
Nessun commento:
Posta un commento