Dal sito della radio dell’Università di Salerno è possibile riascoltare questa interessante carrellata sui complicati rapporti fra mondo cattolico e mondo mafioso:
Mafia e Chiesa
11/04/2012
C’è o c’è stato un rapporto tra la chiesa e le organizzazioni mafiose? Difficile scardinare il velo omertoso che cala su questo spinoso argomento. Giornalisti e scrittori preferiscono parlare d’altro e aggirare l’ostacolo. Fatta eccezione per alcune produzioni librarie (”La mafia devota. Chiesa, religione, Cosa Nostra” di Alessandra Dino; “Le sagrestie di Cosa Nostra. Inchiesta su preti e mafiosi” di Vincenzo Ceruso; “I preti e i mafiosi” di Isaia Sales. Senza dubbio vi sono stati e vi sono sacerdoti che a ragione si possono definire “antimafia”, Don Peppino Diana su tutti, ma quanti alti prelati convivono tranquillamente con la mafia e le organizzazioni criminali. La Chiesa, sottolinea Sales, è “una delle principali agenzie educative di massa”. E allora perché molti prelati non hanno mai pronunciato le parole mafia o ‘ndrangheta? Perché questi loschi figuri non vengono considerati “criminali” ma “fratelli che sbagliano”? Ci può essere un pentimento privo di conseguenze “terrene”? A questa e ad altre domande tenta di dare una risposta la nona puntata del format “L’Italia e le Mafie”. Ospiti: Alessandra Dino (docente di Sociologia giuridica, della devianza e del mutamento sociale presso l’Università degli Studi di Palermo), Augusto Cavadi (autore del libro “Il Dio dei mafiosi), don Marcello Cozzi. Non manca l’angolo del libro consigliato dalla redazione. La proposta è “Le mani sulla città. I boss della ‘ndrangheta vivono tra noi e controllano Milano” di Gianni Barbacetto e Davide Milosa. E ai microfoni di Unis@und c’èstato Gianni Barbacetto. Completano la puntata le rubriche “Immagini e suoni”, “Vox populi” e il consueto appuntamento con il sondaggio lanciato dalla pagina facebook “L’Italia e le mafie”.
PER RI-ASCOLTARE:
http://iunisa.unisa.it/podcast-16-298-6.html?find=
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