Martedì 8 dicembre 2008
“Repubblica - Palermo”
In memoria di mia zia
Giuseppina Cavadi
Ha trascorso la sua lunga esistenza facendo la spola fra Mezzojuso, il paese di origini greco-albanesi dove è nata, e Palermo. Nel capoluogo è arrivata da ragazza per “far da mamma” ai numerosi fratelli che vi si trasferirono per ragioni di studio e di lavoro; poi, vi è ritornata da sposata, dedicandosi con pari impegno al marito, alla figlia, al genero e alle nipoti. La sua dedizione altruistica l’ha distolta da studi regolari, ma tutti quelli che l’hanno frequentata sono rimasti colpiti dall’intreccio raro di una vivida intelligenza con una straordinaria apertura di cuore. Effetto ed espressione di queste doti è stata la sua capacità di rapportarsi con costanti serenità, saggezza, comunicativa e umorismo. Sino alle ultime ore in ospedale, dove si è spenta a 88 anni, non ha smesso di sdrammatizzare la propria situazione e di interagire cordialmente con gli altri pazienti ricoverati (raccontando soprattutto i segreti della sua prelibata cucina tradizionale).
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