Docente di storia e filosofia, Augusto Cavadi, ha realizzato un piccolo libricino per sfatare i falsi miti legati alla realtà siciliana e alla mafia: La mafia spiegata ai turisti (Di Girolamo, Trapani 2008, 54 pagine). Grazie a queste molteplici traduzioni linguistiche Cavadi crea un ponte con il lettore, anche straniero, che si trova a vivere un’esperienza turistica, allontanandolo dall’immagine stereotipata del fenomeno mafioso.
GC. Penso che la paura verso il diverso sia uno dei maggiori freni inibitori del turismo contemporaneo. Inserisco il suo testo La mafia spiegata ai turisti nel più ampio discorso sulla conoscenza del luogo in assenza di pregiudizi. Cosa pensa del turismo contemporaneo?
AC. Mi pare di notare, anche sulla base di qualche esperienza personale, una duplice - contraddittoria - linea di tendenza. L’evoluzione positiva è verso un turismo etico, responsabile: con una Ong siciliana sono stato ad esempio a visitare il Brasile evitando gli alberghi lussuosi (dunque sostenendo le strutture di accoglienza di tipo familiare) e visitando associazioni, cooperative, movimenti con cui questa Ong (Cooperazione internazione Sud-Sud) collabora in progetti di sviluppo. Quello che abbiamo risparmiato evitando il lusso superfluo si è trasformato in finanziamento di questi progetti di solidarietà internazionale. Tuttavia sarebbe ingenuo non vedere anche una tendenza involutiva verso un turismo predatorio che gira il mondo per comprare a basso prezzo monili artigianali da rivendere in patria ad un prezzo decuplicato o, peggio ancora, per comprare a costi ridicoli i corpi di adulti e minori. D’altronde un civiltà che non sa guardare, nel senso del silenzioso piacere contemplativo, le bellezze che custodisce nel proprio patrimonio naturalistico e storico, come potrebbe generare turisti in grado di apprezzare e fruire con rispetto i tesori degli altri?
GC. Come è nato il libro e come si è sviluppato il suo progetto? Come ha approfondito il rapporto tra la mafia e il turismo?
AC. Diciamo che il ricevere spesso l’invito ad incontrare gruppi di ospiti italiani e stranieri per spiegare un po’ cos’è la mafia mi ha suggerito l’idea di questa sorta di piccolo manuale introduttivo a discussioni più approfondite. La tesi che non esprimo nelle cinquanta paginette del pocket, ma che sta per così dire sullo sfondo, è che il turismo in Sicilia è già frenato dallo stato lacunoso delle infrastrutture, dal disprezzo dell’ambiente, dal malcostume di tanti operatori del settore e dell’indotto (addetti alla sistemazione delle automobili in alcune navi, taxisti, conduttori di carrozzelle con cavalli…) che vedono troppo spesso nel turista un pollo da spennare. Perché aggiungere a questi fattori veri, reali, oggettivi, anche i fantasmi della mafia? I mafiosi esistono, e come! Ma non si sognano certo di aggredire gli stranieri. La loro violenza è piuttosto diretta contro quei siciliani onesti che, tenendo la schiena dritta nell’adempimento dei propri doveri civici, si oppongono alla sopraffazione mafiosa.
GC. Lo scopo del volume è quello di riuscire a ridurre le diverse forme di pregiudizio nei confronti di una terra molto bella come la Sicilia. Quali altre strategie è necessario adottare sia a livello personale che sociale nei confronti di un luogo come la Sicilia?
AC. Bisogna certo abbattere il pregiudizio che vede nella mafia un pericolo immediato per i turisti. Ma senza dimenticare che, sia pure a largo raggio e nel lungo periodo, il sistema di potere mafioso è davvero un ostacolo allo sviluppo della Sicilia. Basti pensare ad un solo aspetto: i governi che si sono succeduti (quasi sempre dello stesso orientamento moderato e filo-mafioso) hanno accresciuto il consenso elettorale concedendo ai cittadini più intraprendenti di deturpare il panorama con costruzioni abusive, poi sistematicamente sanate. Direi dunque che mentre spieghiamo ai turisti di non dover temere la mafia immaginaria (non siamo nel Far West!), dovremmo impegnarci a liberarci dalla mafia reale che sacrifica il bene comune a favore degli interessi privati più sfacciati.
GC. Cosa pensa del turismo siciliano?
AC. Vivo in un’isola che per tradizione è stata méta di turismo più che base di partenza. Partecipo quindi di una sorta di memoria collettiva di un turismo che approdava sulle nostre coste con uno sguardo misto di ammirazione per la bellezza e di morbosa curiosità per gli aspetti ’selvaggi’ di larghe fasce della popolazione. Negli ultimi decenni mi pare che, lentamente, si stia riuscendo a modificare lo sguardo del visitatore: ancora ammirato per bellezze che mozzano il fiato, ma non più motivato dall’attesa di trovare fra la gente personaggi pittoreschi (figure caricaturali che appartenevano, se mai, ad altri tempi).
GC. Una riflessione breve sulla mafia e sul Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato”. Di cosa si sta occupando attualmente?
AC. La mafia è un fenomeno complesso (sociale, militare, economico, politico, culturale) in perenne trasformazione. Innanzitutto va dunque monitorato con una conoscenza analitica in costante aggiornamento: ed è questo il compito precipuo che si è assegnato il Centro-studi intestato a Peppino Impastato. Ma poiché il sistema di potere mafioso va anche combattuto togliendogli consenso, nessuna fatica intellettuale sarebbe sufficiente senza quell’insieme di associazioni, gruppi, centri sociali che ogni giorno si spendono nel territorio per convincere i siciliani meno consapevoli della necessità di liberarsi dalla sudditanza attuale.
GC. Un viaggio che consiglia ai lettori di Blogosfere (eventualmente un racconto degli aspetti significativi dell’esperienza)
AC. questa domanda penso sia impossibile rispondere! La nostra regione è tutta così intrigante, dal mare del parco naturale dello Zingaro alla neve dell’Etna, che veramente ogni scelta è una rinunzia dolorosa…Potrei solo consigliare di rivolgersi a qualche recente iniziativa giovanile che offre di accompagnare le comitive non solo lungo gli itinerari canonici, ma anche in quartieri popolari o per conoscere cittadini impegnati in battaglie etiche e politiche alternative. Ma approfondire questi aspetti meriterebbe un’altra intervista…
Per partecipare a una di queste esperienze di turismo alternativo si possono contattare http://www.3.mow.it/sicilia/arciturismo/ o http://www.viaggisolidali.it/
Nessun commento:
Posta un commento