Repubblica – Palermo 12.2.2008
Augusto Cavadi
ALBERTO MAGNO
Tenebra luminosissima
Officina di Studi Medievali
Pagine 197
Euro 25
Dio ha creato l’uomo affinché Lo contemplasse “faccia a faccia”; ma in sé stesso, nella sua intima essenza, non è forse Egli al di sopra di ogni possibile conoscenza umana? Nel XIII secolo Alberto Magno (noto fra l’altro in quanto maestro di Tommaso d’Aquino) si pone il dilemma e prova a scioglierlo commentando la Teologia mystica attribuita, dalla tradizione scolastica, a uno (pseudo) Dionigi l’Aeropagita. Quel commento sarebbe rimasto confinato nel latinorum degli specialisti se due valenti studiosi che ricercano nell’ambito dell’Officina di Studi Medievali di Palermo, Giuseppe Allegro e Guglielmo Russino, non ne avessero curato la traduzione italiana, con introduzione e note, editandola con un titolo che suggestivamente compendia la prospettiva additata da Alberto Magno: Tenebra luminosissima. Già, perchè - se esiste - Dio non è una ‘cosa’ fra le cose: piuttosto, la Luce che rende visibili le cose che vediamo. Proprio per questo, la visione diretta di Lui sarebbe abbagliante: lo si può intravedere obliquamente, “unicamente attraverso la conoscenza delle creature”.
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