“Repubblica - Palermo” 28. 6. 07
Augusto Cavadi
IL FILOSOFO CONSULENTE ESISTENZIALE
Dopo sette anni di preparativi (soprattutto a Palermo, Catania ed Enna, dove si sono svolti convegni universitari, master post-laurea, presentazione di nuove pubblicazioni e seminari laboratoriali), la “Filosofia pratica” ha avuto il suo battesimo ufficiale in Sicilia. Domenica 24 giugno, infatti, si è inaugurata nel capoluogo la sezione regionale di “Phronesis”, la più prestigiosa associazione nazionale di consulenti filosofici (www.phronesis.info) avviata anche grazie al contributo decisivo di filosofi ‘accademici’ come Andrea Poma o Umberto Galimberti. Da ora basterà una e-mail alla coordinatrice (norma.romano@virgilio.it), o se si preferisce una telefonata (347.8530713), per avere le informazioni nel caso si voglia fruire, in concreto, dei servizi predisposti per il pubblico nelle diverse province dell’isola (o anche, se si è acquisita una laurea specialistica in filosofia, per intraprendere un percorso formativo per consulenti filosofici).
Ma chi diavolo potrebbe ricorrere a questa nuova - si fa per dire: è stata fondata e diffusa nel mondo da venticinque anni! - professione? La risposta più frequente (suggerita dal successo editoriale del libro di Lou Marinoff Platone è meglio del Prozac!) è anche la meno corretta: chi è deluso dalle cure psichiatriche e/o psicoterapeutiche. Intendiamoci: può capitare, anzi capita quasi quotidianamente, che un filosofo pratico venga interpellato da qualcuno che non ha trovato dallo strizzacervelli il sostegno sperato. Tale delusione, però, non è attribuibile (usualmente) al terapeuta: spesso ci si rivolge al medico della psiche non perché si sta male emotivamente, ma per mancanza di alternative e di fantasia. Si cerca infatti uno psicoterapeuta per confrontarsi con lui su tematiche esistenziali (il ruolo della sessualità nella propria vita, la morte di un figlio, la separazione da un partner, la demotivazione verso un certo tipo di lavoro, la noia all’inizio del periodo di quiescienza al termine di quarant’anni di lavoro frenetico…) che non hanno nulla di patologico. E sulle quali, dunque, lo psicoterapeuta in quanto tale non ha una parola propria da mettere in gioco. Si avrebbe bisogno di qualcuno con cui riflettere insieme, non da paziente a medico ma da soggetto pensante a soggetto pensante. E non per abolire frettolosamente il disagio, ma per gestirlo in maniera più consapevole ed adulta. Qualcuno con cui ragionare dialogando. E’ proprio questa l’essenza della filosofia in generale e, dunque, della filosofia pratica in particolare.
Questi esempi un po’ casuali possono indurre nell’errore di supporre che l’assetto della consulenza filosofica sia identico al set psicoanalitico (rapporto faccia a faccia, appuntamenti che si susseguono per anni, costi economici esorbitanti per le tasche della gente comune e così via). In realtà le cose vanno diversamente. La tariffa media di un colloquio con un filosofo pratico è decisamente più bassa (ha infatti, di solito, il carattere di un compenso più che di un onorario professionale vero e proprio). Secondariamente non si tratta di iniziare nessuna ‘cura’: nella maggior parte dei casi, qualche incontro è sufficiente a sbloccare certi nodi tematici e a rendere il cliente capace di camminare sulle proprie gambe o, meglio, di pensare con la propria testa. In terzo luogo, infine, i colloqui di consulenza non sono le uniche modalità di attuazione: è possibile, infatti, partecipare in gruppo, e con esborsi davvero minimi, a “cenette filosofiche per tutti”, a “week -end” di riflessione comunitaria su interrogativi prescelti (l’eutanasia, la laicità, l’etica…), a spazi di confronto pluralistico aconfessionale (”le domeniche di chi non ha chiesa”), a “vacanze filosofiche per…non filosofi” (su questioni quali la felicità, il dolore, l’amore, il linguaggio…che, pur essendo squisitamente e classicamente filosofiche, non comportano necessariamente, in ciascuno dei partecipanti, delle erudizioni tecniche o delle competenze specialistiche).
Tanto altro resterebbe da aggiungere per sfatare i luoghi comuni sulle pratiche filosofiche e, soprattutto, per raccontare in positivo di cosa si tratta. Per fortuna, da pochi mesi e per pochi euro, sono disponibili due tascabili agili e leggibilissimi: uno del toscano Neri Pollastri (Consulente filosofico cercasi, Apogeo), l’altro del siciliano Davide Miccione (La consulenza filosofica, Xenia). Non sarebbe male se gli si desse almeno un’occhiata fugace prima di allarmarsi per - o, più semplicemente, di ironizzare su - questi tentativi di restituire alla filosofia quella dimensione pubblica che, da Socrate in poi, fa parte del suo dna.