Repubblica - Palermo 8.3.07
Augusto Cavadi
MEZZOCIELO CON SOLE E NUBI
La festa delle donne coincide, questa volta, con un compleanno significativo per la storia della nostra città: i quindici anni della rivista “Mezzocielo” (che saranno festeggiati adomenica 11 presso l’Orto botanico di via Lincoln). Perché significativo?
Innanzitutto perché, in Italia, non sono rimaste ormai in molte le riviste fondate e dirette da donne per tenere viva la coscienza femminista e femminile: ed è importante che la nostra città, famigerata per tanti primati negativi, si segnali qualche volta per iniziative costruttive.
Nella vita sociale ci sono battaglie che si combattono una volta (e quell’unica volta si vincono o si perdono) e ci sono guerre che comportano strategie di lunga scadenza, resistenze, arretramenti, rimonte: rivendicare per le donne gli stessi diritti e le stesse opportunità dei maschi rientra in questa seconda tipologia. E proprio per questo è essenziale che ci siano luoghi di elaborazione culturale in cui certe questioni vengano monitorate di continuo ed in cui si sperimentino strumenti per consegnare il patrimonio via via elaborato alle nuove generazioni. E’ un po’ come per il movimento pacifista o per il movimento antimafia: non ci si può illudere che le ragioni dell’impegno dei padri e delle madri si trasmettano ai figli per eredità biologica, senza la fatica di rifare nella storia di ciascun individuo il percorso, lento e accidentato, della generazione precedente.
Un secondo motivo che rende significativo questo anniversario è che, dopo una lunga fase di clausura, la rivista si è aperta alla collaborazione degli uomini. E’ stato importante che, con geloso rigore, un gruppo di donne abbia voluto addossarsi la responsabilità di trovare - bimestre dopo bimestre - contributi esclusivamente femminili: molto probabilmente questa tensione ha suscitato energie e scovato risorse che sarebbero rimaste potenziali se si fosse attinto ad un più ampio ambito di collaboratori. Ma altrettanto importante è che, superato il periodo di incubazione, la rivista - rimanendo nelle mani di donne e continuando a occuparsi di donne - abbia deciso di accogliere, tra le tante altre voci ‘diverse’, la voce di maschi. E, si spera, non solo dei maschi politicamente corretti, ma anche di quelli che vedono la donna come preda o come trofeo o come prezioso strumento di ascesa sociale. Sì: perché queste figure (molto più frequenti di quanto si supponga) attestano sia il ritardo con cui fruttificano le lezioni più belle delle donne belle sia gli effetti più brutti dell’immagine brutta che le donne banali - assetate di notorietà e di lusso quanto gli uomini che frequentano - continuano a proiettare di sé.
Infine il compleanno di “Mezzocielo” mi pare significativo per una terza ragione. E’ una festa che sarebbe potuta essere più completa, più spensierata, se negli ultimissimi anni non ci fosse stata una lacerazione interna al gruppo promotore della rivista che ne avrebbe potuto provocare la chiusura. Di solito, negli ambienti progressisti, il tasso di litigiosità è più alto che in altre aree ideologico-politiche: e questo non è un motivo di compiacimento. Va subito aggiunto, però, che molte di queste tensioni scoppiano per dissensi che hanno a che fare non solo con le strutture caratteriali ma anche con idee, progetti, strategie: e non so se dividersi sui princìpi sia meno nobile che rimanere allineati e coperti in nome dei soldi e del potere. Inoltre, proprio per il livello dei dissensi, può capitare - come è capitato in questo caso - che la scissione abbia prodotto altre iniziative non meno lodevoli: e che dunque tutte le signore e le ragazze che si erano impegnate insieme continuino a lavorare per la stessa causa, con modalità e per sentieri differenti ma senza spirito di concorrenza. E, soprattutto, senza risentimenti personali.
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