Repubblica - Palermo
23.8.05
Augusto Cavadi
Nel 1947 una suorina, Beatrice Manca, viene espulsa dal convento palermitano delle Missionarie francescane d’Egitto per ordine della Madre generale da Roma. Alcune consorelle la seguono e lei decide di dar seguito ad una voce interiore che, a nome di Dio stesso, la vorrebbe promotrice di una nuova rigogliosa congregazione religiosa. L’Istituto nasce effettivamente (dedicato a “Nostra Signora di Bonaria”), per decenni si dedica in città alla cura delle ragazze e al sostegno dei presbiteri, ma con la morte della fondatrice (il 6 dicembre del 1979) imbocca il sentiero del tramonto. Oggi è scomparso del tutto. Cosa pensare, dunque, della protagonista principale, autodefinitasi la “monella di Dio”? Per molte autorità religiose cattoliche (tra cui il cardinal Ruffini) si trattava di una povera illusa, nevrotica e anche un po’ istriona. Per alcuni fedeli, una santa incompresa e ingiustamente perseguitata. L’autore del libretto non lascia spazio al dubbio: con fervore, e qualche ingenuità, si schiera decisamente a favore della riabilitazione dell’ex suor Edilburga.
LUIGI RICOTTA
Beatrice Manca
Comitato per la canonizzazione
(tf. 091.405169)
Pagine 160
Offerta libera
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