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https://www.youtube.com/watch?v=4mVqHFqqlfc
Il blog di Augusto Cavadi, filosofo-in-pratica di Palermo, con i suoi appuntamenti pubblici in Italia e i suoi articoli.
Riporto la mia Prefazione al volume di Nino Miceli, E tu lo sai chi sono io? Storia di una ribellione al pizzo, Di Girolamo, Trapani 2025, che abbiamo presentato ieri a Roma, presso la Sala Extra di “Libera”, con la partecipazione di Mario Mattifogo (generale dei Carabinieri ris.) e Anna Canepa (Direzione nazionale antimafia antiterrorismo). Non sono mancate le domande da parte di qualcuno del numeroso pubblico presente in sala.
Per aprire questo libro con una chiave adatta
Antonino
Miceli è una delle persone che onorano l’Italia e compensano la viltà, la
corruzione, la piccineria d’animo di tanti altri concittadini. Nelle pagine che
seguono l’autore narra la sua storia di ribellione alle richieste mafiose di
pizzo, le sue vicende giudiziarie e personali, la sua attuale condizione di “testimone
di giustizia” (cittadino che si oppone
al mondo mafioso e collabora con le autorità giudiziarie per perseguire
i criminali) da non confondere con la condizione di “collaboratore di
giustizia” (denominazione riservata ai cittadini che, avendo fatto parte di
associazioni criminali, se ne sono poi distaccati per motivi talora nobili e
più spesso meno nobili).
Per
varie coincidenze, sono venuto a conoscere Nino una ventina di anni fa e ho
avuto il privilegio di accompagnarlo in varie sedi (università, scuole,
associazioni, sindacati…) dove ha raccontato la sua storia. Indimenticabile la
prima volta, nell’Aula Magna della sede storica dell’Università di Palermo, con
la partecipazione di un magistrato che avevo avuto tra i miei alunni al liceo e
che, proprio all’esordio della carriera, aveva brillantemente sostenuto
l’accusa contro i persecutori di Miceli: Antonino Di Matteo.
Intanto
Nino Miceli mi ha espresso il desiderio di raccogliere in un testo organico
quanto si trova in pubblicazioni e
interviste di difficile reperimento, integrato con vicende e riflessioni – non
meno significative - fino al momento
presente.
È
stato per me un onore prestare una mano a un personaggio pubblico che, intanto,
è diventato uno dei miei amici più cari. Il risultato è una narrazione
puntellata da disgrazie, muri di gomma e colpi di scena, talmente avvincente da
stentare a ritenerla – come in effetti è– veridica sin nei minimi dettagli:
sembrerebbe un testo di scrittura collettiva prodotto da Kafka, Pirandello e
Camilleri. Se fosse la sceneggiatura di un film rischierebbe di vincere il
premio Oscar: ma, come si evince dagli intrecci che l’autore evidenzia con
numerosi eventi contemporanei, è tutta la storia d’Italia dal Secondo
dopoguerra a oggi ad essere al di sopra di ogni immaginazione letteraria.
Spero
che un numero ancora maggiore di lettori potrà trovare in queste pagine non
solo memoria di eventi che meritano di non cadere nell’oblio, ma anche e
soprattutto incoraggiamento a
lottare senza tregua contro il dominio mafioso che minaccia la democrazia in
tutto il Paese e ormai anche in aree geografiche esterne ai confini italiani.
Informo con piacere su tre occasioni d'incontro con le persone amiche che vivono a Roma o che si trovino lì di passaggio.
(Il primo e il terzo incontro sono a ingresso libero. Solo per il secondo incontro, di martedì 25/3, è necessario prenotarsi alla e-mail: maxsal58@gmail.com e attendere conferma della disponibilità di posti).
Percorsi didattici di antimafia sociale
Una proposta formativa multidisciplinare tra processi educativi e impegno sociale
IX Edizione
"Toscana – Sicilia. Reti interculturali in e tra territori diversi"
PRESUPPOSTI CULTURALI
In questo 2025 si è giunti all'ultima tappa del trittico di sessioni formative inaugurato con la VII edizione del Corso svoltosi nel 2021 in Sicilia che prevedeva la sua prosecuzione in una Regione del Sud continentale e in una del Nord.
Tale previsione nasceva dall'esigenza di fare esperienze concrete sulle diverse caratterizzazioni sul Territorio di fenomeni mafiosi e malavitosi in generale, presenti in contesti socio-economici diversi, ma con uguale capacità di devastazione complessiva delle Società interessate. In tal senso, si manifesta l'evidente intento di superare stereotipi e luoghi comuni che raccontano in modo inadeguato fenomeni criminali di tipo mafioso circoscritti in alcune Aree storicamente interessate e lasciando intendere la presenza di altri Territori del tutto avulsi da detti fenomeni criminali.
Come da metodo consolidato avvertiamo il bisogno di attraversare luoghi e situazioni e di ascoltare Esperti e Testimoni per prendere consapevolezza di un fenomeno comune a Territori molto diversi rispetto al quale tutte le Comunità educative – con la presenza determinante dell'Istituzione scolastica – dovrebbero condividere adeguati strumenti d'intervento sul piano didattico ed esperienziale per costruire nei giovani una coscienza l critica che rimane l'inevitabile obiettivo per sviluppare una cittadinanza più matura, consapevole e responsabile.
Pertanto restano fermi anche in questa edizione i presupposti culturali del percorso formativo che prosegue in continuità teorica e pratica con i temi sviluppati nelle precedenti edizioni. Tali presupposti questa volta saranno attraversati e confrontati in un Territorio come la Toscana che – nonostante la sua straordinaria bellezza artistico-ambientale e la sua fulgida Storia - non è stata risparmiata dal cancro delle mafie – non solo in termini di importazione di fenomeni criminali da Territori di antica tradizione mafiosa, ma anche di creazione di sistemi criminali prettamente locali, almeno in termini di complicità e di connivenze.
Ma è sicuramente motivo di speranza il fatto che – come si è potuto constatare in Campania – un difficile, ma importante percorso di un consolidato movimento di opposizione culturale alla camorra locale - con tutte le relazioni e le cointeressenza con altre mafie - del pari è presente in Toscana un analogo movimento che - sia pure con specificità diverse – ha sviluppato nel tempo – oltre ad una rete di relazioni con movimenti di contrasto e resistenza presenti in Regioni del Sud di antica presenza mafiosa – la consapevolezza – individuale e collettiva – di concreti e diffusi insediamenti di crimine organizzato che nella Loro Regione hanno fatto sistema con realtà politico-istituzionali ed economiche. Di questo movimento - molto attivo e creativo - sarà prezioso partner per tutte le nostre attività in terra toscana – in particolare nei Territori di Siena, Firenze e Prato – la Fondazione Antonino Caponnetto
METODOLOGIA, MODALITÀ E DATE DI SVOLGIMENTO
Il Corso conferma la modalità interattiva basata sui principi della co-formazione con la valorizzazione degli aspetti comunicativi e della relazione personale diretta, oltre che con l'ascolto e il confronto con qualificati Docenti/Esperti, con Soggetti attivi nell'Associazionismo, nel volontariato sociale e in altri Enti e Gruppi informali attivi nel Territorio. L'attuazione di tali principi formativi sarà favorita dalla convivialità nella forma residenziale che prevede il Corso anche in questa edizione, preceduta da una sessione online di 4 incontri in VDC nei giorni 31 marzo, 3/7/8 aprile 2025 dalle ore 16,30 alle ore 18,30 - su argomenti propedeutici e/o di contestualizzazione rispetto ai temi dibattuti in presenza nella successiva sessione residenziale che si terrà presso Suvignano (SI), Firenze e Prato nei giorni 10-11- 12 aprile 2025.
Si precisa infine che la presenza necessaria per ottenere il rilascio dell'Attestato di partecipazione dovrà essere assicurata in entrambi le sessioni – online e in presenza – secondo le disposizioni contenute nel Regolamento.
ORGANIZZAZIONE
Questo Corso si svolgerà in Toscana e vedrà la partecipazione di un massimo di 30 Docenti in servizio presso le scuole di ogni ordine e grado e di 5 Uditori.
L’organizzazione e la logistica del Corso saranno curate da Solidaria Onlus, mentre la direzione scientifica è affidata all’Università “Kore” di Enna. Ci si avvale, inoltre, della collaborazione – nei Luoghi di svolgimento delle attività – del contributo di un tessuto associativo e istituzionale attivo in Toscana.
SESSIONE ONLINE
Programma attività
Giorno Orario Descrizione attività
31 marzo 16,30 – 18,30 * Apertura lavori del Direttore del Corso Prof. Giuseppe Burgio
* Andrea Meccia – L'uso degli strumenti audiovisivi nella didattica: una proposta metodologica
3 aprile 16,30 – 18,30 * Christian Raimo – Libertà di insegnamento e di espressione: un indicatore fondamentale per misurare la qualità della democrazia in un Paese
7 aprile 16,30 – 18,30 Marcello Ravveduto – Studenti digitali: fascinazione digitale al tempo dei social
8 aprile 16,30 – 18,30 Irene Biemmi – Segregazione formativa e orientamento scolastico. Una prospettiva di genere
SESSIONE RESIDENZIALE
presso Tenuta agricola di Suvignano Monteroni d'Arbia (SI) con attività in Firenze e Prato
Programma attività
Giovedì, 10 aprile 2025
Orario Descrizione attività
Entro le ore 10,30 Arrivo dei partecipanti a Siena - stazione ferroviaria centrale o terminal bus e Transfer fino alla Tenuta di Suvignano (SI) a cura dell'organizzazione. -
11,00 - 13,30 - Inizio delle attività e presentazione del gruppo
- Presentazione dei Lavori e illustrazione delle attività
13,30 Pranzo sociale
16,00 - 19,00 - "La Toscana non è Terra di Mafia ma la Mafia c’è e c’era!"
Maurizio Pascucci Responsabile Nazionale Beni Confiscati alla Mafia Fondazione Antonino Caponnetto
- "L’impegno dei Comuni per prevenire l’infiltrazione mafiosa"
Gabriele Berni, Sindaco e coordinatore ANCI legalità
- "Percorsi di cittadinanza attiva nelle scuole"
Domenico Bilotta, Responsabile Scuola della Fondazione A. Caponnetto /Vice Presidente dell’Associazione Nonno Nino
20,00 Cena sociale
Venerdì, 11 aprile 2025
Orario Descrizione attività
08,30 Trasferimento in Pullman a Firenze -
09,00 - 13,00 - Visita in Via dei Georgofili e di beni confiscati nel centro storico di Firenze
(Piazza Signoria-Piazza Pitti-Porta a Prato-Piazza d’Azeglio)
- incontro con Assessore del Comune di Firenze, con Salvatore Calleri, Presidente Fondazione Antonino Caponnetto e con familiari e testimoni
13,00 Pranzo sociale alla Casa del Popolo ARCI Galluzzo (dove si fa attività di Doposcuola e attività varie di prevenzione babygang) -
16,00 - 19,00 - Incontro con sindacalisti di strada Sudd Cobas su Mafia cinese - Produzione di contraffazione con il coinvolgimento del lavoro minorile
- Visita della zona commerciale e artigiana dell’Osmannoro (Area tra Firenze e Prato)
- Visita alla Comunità di base delle Piagge - incontri ed esperienze di comunità alternative per l'integrazione e il superamento di varie forme di disagio sociale
20,00 Cena sociale -
Sabato, 12 aprile 2025
09,00 - 13,00 - Valdo Spini - La politica può parlare ancora ai giovani?
- Fernando Prodomo - Problemi inerenti alla devianza minorile
13,00 Pranzo e chiusura corso.
PER OGNI ULTERIORE INFORMAZIONE: www.solidariaweb.org
In
questi giorni la proposta di Michele Serra di convocare una grande
manifestazione di piazza a Roma, per urlare la necessità che l’Europa abbia un
sussulto di dignità e si ponga come soggetto autonomo rispetto alle grandi
potenze mondiali, sta dividendo l’Italia trasversalmente all’interno degli
schieramenti partitici, delle organizzazioni sindacali, dei movimenti
pacifisti.
Se
non vedo male, sono in gioco due questioni distinte che vanno affrontate
separatamente.
La
prima nasce da una (suppongo intenzionale, data l’abilità comunicativa di
Serra) ambiguità del suo appello: scendere in piazza per questa Europa
(dalla fondazione dell’Unione Europea a oggi) o per un’Europa radicalmente
rifondata secondo i suoi primi ideatori a Ventotene (dunque sui princìpi
dell’Ottantanove – libertà, uguaglianza, fraternità - , sulla partecipazione
democratica, sul perseguimento della giustizia sociale, sul ripudio della
guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti etc. etc.) ? La moltiplicazione
delle esegesi del testo mi pare inutile: nessuno può stabilire a quale delle
due Europe si riferisca Serra perché egli per primo si è voluto rivolgere
indistintamente ai sostenitori di entrambe. Infatti, se avesse voluto dirimere
l’equivoco, avrebbe potuto spendere una parola o di approvazione esplicita o di
critica esplicita alla strategia adottata dalla Commissione europea in questi
anni di guerra in Ucraina, di stragi a Gaza, di conflitti armati nel mondo. Ha
preferito parlare a tutti in modo da convincere la maggior parte: e in effetti
stanno aderendo realtà di ogni colore ideologico e di ogni schieramento
politico.
Una
seconda questione, ben distinta dalla prima, riguarda le ragioni degli uni (pro
questa Europa) e degli altri (pro un’Europa altra) cittadini: ed
è la questione decisiva che resterà aperta anche dopo il 15 marzo, data in cui
la manifestazione romana (quali che siano le idee diversificate o addirittura
opposte dei partecipanti) non modificherà (a mio avviso) di tanto né la
politica del nostro Governo né ancor meno della Commissione europea.
Da
una parte c’è la grande maggioranza dei partiti, della stampa, degli
intellettuali: Putin è il nuovo Hitler; va fermato in Ucraina se non gli si
vuole permettere di arrivare in Portogallo a Occidente e ai confini della Cina
in Oriente; questo fine nobile, anzi sacro, giustifica ogni mezzo (perfino la
deterrenza nucleare) e legittima ogni costo (fossero pure altre centinaia di
migliaia di morti in aggiunta ai caduti degli eserciti russo e ucraino). E’
ingeneroso definire guerrafondai i sostenitori di questa tesi: non vogliono
certo la guerra per la guerra ma, come ha ribadito in un intervento del 7 marzo
2025 Paolo Flores D’Arcais, si tratta di riscoprire la saggezza antica del “Se
vuoi la pace, prepara la guerra”.
Dall’altra
parte c’è una piccola minoranza di politici, di opinion leader, di
studiosi che ritengono mistificante la narrazione della maggioranza per almeno
due motivi principali: Putin si è comportato come Hitler con la Polonia (dunque
in maniera criminale), ma - a differenza
di Hitler - dopo essere stato per anni provocato dalla progressiva estensione
della NATO che ha circondato la Russia di Paesi ostili. Inoltre, ammesso e non
concesso che Putin sia il nuovo Hitler e voglia invertire la storia degli ultimi
tre secoli (in cui sono stati Paesi europei a tentare di invadere la Russia,
mai il contrario), innescare un’escalation bellica (sino a non escludere il
ricorso a ordigni atomici) è il modo peggiore (perché autolesionistico,
suicida) di bloccarlo. Prima dell’occhio per occhio, dente per dente (che,
secondo l’osservazione di Gandhi, rende il mondo cieco), ci sono mille
strategie diplomatiche, economiche, tecnologiche per opporsi a Putin.
Una
minoranza della minoranza pensa che se gli Stati istituissero, in
parallelo se non ancora in sostituzione delle Forze armate, delle Forze di
difesa popolare nonviolenta, le strategie di difesa nei confronti di possibili
invasori sarebbero molto più numerose: scioperi, non-collaborazione,
boicottaggi…(il mio amico Andrea Cozzo ne illustra diverse nel suo recente
libretto La nonviolenza oltre i pregiudizi. Cose da sapere prima di condividerla o rifiutarla).
La storia, dai Greci alla Danimarca contro Hitler, è zeppa di episodi di
opposizione dura, efficace, vincente, ma senza armi, a eserciti invasori: ma i
manuali scolastici o li ignorano o (come nel caso di Gandhi contro la Gran
Bretagna) li liquidano con poche righe.
Chi, come me, è arrivato – dopo un lungo e tortuoso percorso di ricerca – alle posizioni di questa minoranza (di nonviolenti) della minoranza (pacifista), dev’essere disposto ad accettare l’epiteto di “utopista”. Infatti non si tratta di frequentare i ‘luoghi’ (topoi) abituali, ma di lavorare affinché l’umanità compia un salto evolutivo verso un ‘luogo’ (topos) ancora inesistente in cui uccidere – sia pure per motivi che si ritengono sacri – sia considerato un tabù (come l’umanità odierna ritiene impensabile il cannibalismo o l’incesto). Come ho letto da qualche parte, le persone di buon senso si comportano come ci si è comportato per lo più sino alla loro epoca; ma, se ogni tanto non ci fossero degli spostati (come Socrate, Buddha, Gesù, Francesco d’Assisi, Giordano Bruno, Martin Luther King…), la storia non segnerebbe nessun passo in avanti.
Augusto
Cavadi
* Per la versione originaria corredata da foto cliccare qui:
https://www.zerozeronews.it/pacifismo-e-non-violenza-secondo-augusto-cavadi/